tag:blogger.com,1999:blog-23997966115352092852023-11-16T08:52:13.437-08:00leviedimacondo...sono le passioni che ti salvano quando tutto intorno sembra crollare, solo attraverso loro sei vivo...Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.comBlogger71125tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-88610691481378784252018-10-28T01:27:00.000-07:002018-10-28T03:16:02.733-07:00<div>
<span style="font-size: large;">Buonanotte a te. Roberto Emanuelli.</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipUpGgbApROYAnnfX0wFIhZr19wFfMhhmWKbHL7DYbVIN8HX3d-OxIDrgzz99Wz2c5jOunEa8zIpLha4oY6xpFZ_PG-cujMSqYRSavH2vJYwvEMvt9IlcwXVMtr0dnWw6CsSSdYlhsho_U/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1037" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipUpGgbApROYAnnfX0wFIhZr19wFfMhhmWKbHL7DYbVIN8HX3d-OxIDrgzz99Wz2c5jOunEa8zIpLha4oY6xpFZ_PG-cujMSqYRSavH2vJYwvEMvt9IlcwXVMtr0dnWw6CsSSdYlhsho_U/s320/copertina.jpg" width="207" /></a></div>
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Devo ammettere che anche se sapevo che mi sarebbe piaciuto molto, non mi aspettavo un libro così, un libro che respira così profondamente, così intenso, così pieno di vita; una storia in cui ti perdi e ti ritrovi continuamente, una di quelle che, a ogni capitolo, ti sembra di aver capito tutto, e invece non hai capito ancora, perché niente è come sembra, niente è come te lo eri immaginato.</div>
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Sally è una ragazza di diciassette anni che vive in un quartiere prestigioso di Roma e che frequenta una scuola prestigiosa, ma è una ragazza come tante altre: sensibile, profonda, piena di sogni. Una ragazza che vive il suo tempo fatto di gioie, delusioni, di amore, ma soprattutto di amicizia, perché si sa, mai come a quell'età, sono gli amici a salvarti, i piccoli gesti, gli abbracci sinceri, le parole di incoraggiamento che sa pronunciare solo chi ti ama. Attraverso Sally, attraverso le sue giornate, i suoi sentimenti, ritroviamo la parte genuina, pulita, quella parte che la vita, con i suoi dolori, con i suoi compromessi, con le sue delusioni, non ha ancora sporcato, la parte ancora integra, ancora intatta. È possibile farla durare? È possibile far sì che non venga intaccata, che non si spenga? È possibile preservare l'anima, far sì che sopravviva al dolore, al cinismo, ai compromessi?</div>
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Simone, uno degli altri protagonisti del romanzo, sembra aver dimenticato questa purezza. Si è lasciato sopraffare dal denaro, dal successo, dal riscatto sociale, ha perso il contatto con la sua essenza, con la sua anima, con tutto quello che la nutre, che la preserva. Riuscirà Nicole a ricordargli chi è? E soprattutto come ha fatto Simone a dimenticare se stesso, i suoi sogni, i suoi ideali?</div>
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<i>Buonanotte a te</i> è un romanzo che racconta tante storie, che mette alla prova il tempo, che lo indaga, lo stravolge. <i>Buonanotte a te</i> ci ricorda chi siamo, ci mostra come non sia così scontato restare noi stessi, non perderci, non farci travolgere dagli eventi. È un romanzo che va al di là della narrazione, dei suoi personaggi, delle vite che racconta, ma le attraversa tutte, penetra dentro di loro, le arricchisce, le rende ancora più uniche e speciali di quanto non siano. Attraverso la lettura di questo romanzo Sally, Simone, Nicole, vengono quasi trasfigurati, per ritrovare, ad ogni riga, ad ogni loro scelta, noi stessi. Un po' come la copertina di questo libro che raffigura un uomo e una donna stilizzati che si tengono per mano, ma che tu puoi trasformare, personalizzare con un'altra immagine. La tua.<br />
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È importante sostenere questo romanzo, è importante farlo più del solito, perché <i>Buonanotte a te</i> non è sponsorizzato, come meriterebbe, dalla stampa, dalla radio, dalla tv. È solo grazie a noi che è arrivato dov'è ora, è solo grazie a noi che continuerà a volare verso vette ancora più alte, che un tempo ci sembravano irraggiungibili e che invece oggi sono alla nostra portata. <i>Buonanotte a te</i> è il nostro sogno, occupiamocene con tutta l'attenzione, tutto l'amore che noi meritiamo, perché qui dentro ci siamo anche noi.<br />
Potrete trovare <i>Buonanotte a te</i> in tutte le librerie e in tutti gli store online, compriamolo per noi, regaliamolo alle persone a cui teniamo, facciamo sì che diventi il nostro messaggio d'amore. </div>
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Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-44952047486922858022017-05-03T01:01:00.001-07:002017-05-03T01:22:39.638-07:00E allora baciami. Roberto Emanuelli.<div style="line-height: normal; margin: 0px;">
<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"><br /></span>
<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"><br /></span>
<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"><br /></span>
<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"><br /></span>
<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"><br /></span>
<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"><br /></span>
<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"> </span><br />
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<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZfjakDs0OuW0YWhmOSyI2VvrcYDDT0lZabSgN62keyjm5wrNH81WG6gFbn3579YEPOwsTzfEfMuZYkXFXU45RflMe4lymOqvhbNXPwKHqIgjj0SnC8tQLRCI8l5FVxFRnj7TKWcnAvk-4/s1600/e+allora+baciami.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZfjakDs0OuW0YWhmOSyI2VvrcYDDT0lZabSgN62keyjm5wrNH81WG6gFbn3579YEPOwsTzfEfMuZYkXFXU45RflMe4lymOqvhbNXPwKHqIgjj0SnC8tQLRCI8l5FVxFRnj7TKWcnAvk-4/s320/e+allora+baciami.jpg" width="202" /></a></span></div>
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<span style="color: #686868; font-family: "georgia" , serif; margin: 0px;"><br /></span>
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<div style="line-height: normal; margin: 0px;">
<span style="color: #686868; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Erano mesi che non riuscivo a leggere niente e non mi
era mai accaduto prima. Me ne stavo a guardare la pila dei libri che si
impolverava sempre di più sul comodino senza avere la benché minima voglia di
aprirne uno.</span></div>
<span style="color: #686868; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Poi è arrivato lui ed è stato un colpo di fulmine.</span><br />
<span style="color: #686868; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">"E allora baciami" è un sogno, non il sogno
di uno, ma il sogno di tanti.</span><br />
<span style="color: #686868; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">È il libro dell'amore, del desiderio, del riscatto.
Leonardo e Laura sono padre e figlia, vivono insieme, da soli, Angela è andata
via diciassette anni prima, subito dopo la nascita della figlia.</span><br />
<span style="color: #686868; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Eppure in qualche modo è come se lei fosse ancora là
con loro, come se non fosse mai partita, vive nel cuore di Leo, negli occhi e
nella bellezza di sua figlia, in quella vita che era stata pensata per tre e
che si è dovuta adattare a due. Non è facile il rapporto tra padre e
figlia, non è facile imparare a convivere con l'assenza di un amore così
grande: Leo fatica a capire Laura, Laura, da brava adolescente, "odia"
suo padre. Intorno a loro due si è formata una piccola famiglia, fatta di
amici, quel tipo di relazione che nasce spontaneamente senza nessun legame
di sangue, senza nessun interesse: ognuno tifa per l'altro, ognuno
soccorre l'altro.</span><br />
<span style="color: #686868; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Riusciranno Leo e Laura a ritrovarsi? Riusciranno a
scoprire perché Angela li ha abbandonati? Ma soprattutto si può vivere d'amore
senza averlo accanto, custodendolo solo nel proprio cuore?</span><br />
<span style="color: #686868; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Roberto Emanuelli ci racconta questa storia a modo
suo, passando da una scrittura ironica, a tratti tagliente, a una più lirica e
romantica, ci descrive un viaggio fatto di amore e di coraggio:
quello di un uomo che dentro di sé non smette di cercare il suo amore a
dispetto di tutto, quello di una giovane donna che sta crescendo e che soffre
per quell' abbandono, ma soprattutto il viaggio di tutti dentro noi stessi alla
ricerca di quello che il nostro cuore sente come vero.</span><br />
<span style="color: #686868; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">E
così chiunque legge si ritroverà pian piano a salire su quella scaletta che
attraversa le nuvole, ritratta in copertina, da lì, solo da lì, si potrà
guardare bene ogni cosa e tutto sarà più chiaro, così come doveva essere, così
come è sempre stato.</span><br />
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0px 0px 11px;">
<br /></div>
Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-59518631506457642412016-03-03T13:07:00.001-08:002016-03-04T03:29:16.725-08:00Davanti agli occhi. Roberto Emanuelli.<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i><i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDnb7rjjFobVknGupm73y6iJ7ybwd0pi9LIHVDN3XtbtO5NL-wldlMMklR8ta6M0adWNlFW85cqz-2FglOdFv8EboAhtvlGnaEt3C5oXdk8idFZLg4mnVx14pqBcT-aShuCnf-Is8ijhGL/s1600/cover.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDnb7rjjFobVknGupm73y6iJ7ybwd0pi9LIHVDN3XtbtO5NL-wldlMMklR8ta6M0adWNlFW85cqz-2FglOdFv8EboAhtvlGnaEt3C5oXdk8idFZLg4mnVx14pqBcT-aShuCnf-Is8ijhGL/s320/cover.jpg" width="213" /></a></i></div>
<i> </i><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i></i></div>
<i><br /></i>
<i>Davanti agli occhi </i>è un libro fatto di amore, meraviglia e caparbietà. Un libro che, prima di arrivare alla pubblicazione, è cresciuto, pezzetto dopo pezzetto, attraverso la rete e che, con il passaparola, è riuscito ad arrivare a tante persone già prima della stampa.<br />
Luca è un broker assicurativo "povero", come ama definirsi lui, un ragazzo poco più che trentenne che vive a Roma e che, ogni giorno, si barcamena tra un lavoro che non ama e che ha scelto per sopravvivere, e la sua passione per la scrittura che lo attrae e che gli fa paura al tempo stesso. Un uomo che cerca di ritrovarsi in una vita che spesso non gli appartiene, in un mondo che, a volte, lo fa sentire una brutta persona, come se la bruttura, la cattiveria fossero una malattia contagiosa, come se questo scendere a patti con la vita che si ritrova lo rendesse sempre più lontano da quello che realmente sente di essere.<br />
Ecco allora che nel mondo di Luca arriva uno "tsunami" di nome Mary, uno di quegli amori belli e impossibili che sono destinati a sconvolgerti l' esistenza, uno di quegli amori che si mette in mezzo a quello che sei e a quello che vorresti essere, un' energia nuova e intensa davanti alla quale non puoi far finta di niente. E così la vita del protagonista viene completamente messa sottosopra e tutte le sue giornate scorrono lungo le strade di Roma, tra lavoro, amici, locali più o meno chic e... Mary, che ormai è anche nell'aria che respira.<br />
L' amore visto da dentro. Ecco cos'è <i>Davanti agli occhi</i>. L'urlo soffocato, vorace, di un'anima che si libera, che rincorre l'amore e rincorre se stessa in una continua altalena tra il suo passato, il presente che bussa e piccole tracce del futuro che vorrebbe e in cui non osa sperare. Un po' come la barchetta di carta che riposa su una nuvola in copertina e che resta lì, caparbia, e ci ricorda che esiste, che lei è piena di sogni e vorrebbe arrivare lontano se solo il nostro vento glielo permettesse.<br />
Roberto Emanuelli ci racconta che a volte l'amore fa anche questo. Ci ricongiunge con la parte vera di noi, con il bambino che eravamo e di cui, crescendo, ci dimentichiamo. E all'improvviso scopriamo semplicemente che tutto quello che ci serve è rimasto sempre lì, nell'unico posto in cui doveva essere. Davanti agli occhi.Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-4019372223309432612015-12-01T03:03:00.001-08:002015-12-01T12:10:21.589-08:00Scrivere. Angela Barile.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifRGSPFUMz0AAn3JWVnsGd4vWCGZcmaEfi2zRf2lDocrzpO_jUdAysGayuF0LvI-T3_j0YKJrgAAahJTRPaB1aTAX4bXjJMpW_4dHOY9Z-1MA95CouZal4v_v6zq6QFrrdoCmU6zIgWoKL/s1600/scrivere.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifRGSPFUMz0AAn3JWVnsGd4vWCGZcmaEfi2zRf2lDocrzpO_jUdAysGayuF0LvI-T3_j0YKJrgAAahJTRPaB1aTAX4bXjJMpW_4dHOY9Z-1MA95CouZal4v_v6zq6QFrrdoCmU6zIgWoKL/s320/scrivere.jpg" width="320" /></a></div>
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Scrivere è un atto di coraggio, è entrare dentro se stessi e trasformare in parole quello che vediamo.<br />
Scrivere è un atto solitario, ci sei tu e il bianco della pagina o dello schermo del computer.<br />
Ogni volta che raccontiamo una storia, raccontiamo noi stessi, anche se quello che scriviamo sembra non aver a che fare niente con noi, anche se inventiamo una trama di sana pianta, siamo noi a scegliere le parole, noi a soffermarci più su una cosa rispetto ad un'altra, e i nostri personaggi avranno tratti a noi familiari, perché è impossibile parlare di sentimenti che non abbiamo mai sperimentato di persona; la gioia, la tristezza, l'angoscia avranno l'aspetto delle nostre, e sarà difficile raccontarle, trovare parole per cose che non sapevamo potessero averne.<br />
Scrivere ti guarisce, o, a volte, ti fa sprofondare in un baratro, nel pozzo nero che hai dentro, e tu non devi farti prendere dal panico, ma devi rendere i tuoi occhi delle torce con cui poter guardare il mondo che trovi, se non sai guardare non puoi scrivere, ti farai sopraffare dalle cose orribili che vedrai, cose che puoi neutralizzare solo se troverai le parole per raccontarle.<br />
Scrivo da quando avevo sei anni, da bambina inventavo favole che poi la sera mi raccontavo per consolarmi perché avevo paura del buio e le parole facevano ritornare la luce. Ho continuato a farlo perché mi piaceva creare nuovi mondi, far vivere persone che non esistevano, luoghi che non avevo mai visto; man mano che crescevo trovavo nelle parole tante versioni di me, che, all'epoca, credevo inventate, ma che oggi so di aver avuto dentro.<br />
Una volta ho sentito un'intervista fatta ad Amos Oz, lui diceva di aver cominciato a scrivere per dare una possibilità a qualcosa, a qualcuno che non l'aveva mai avuta. Ecco, si, la scrittura è un po' questo anche per me, lo è sempre stata, ma è anche partorirsi ogni volta, cercarsi in ogni parola, in ogni personaggio, è morire e rinascere continuamente, così come facciamo ogni giorno nella nostra vita, raccontarsi e raccontare agli altri che non siamo soli, che in tutte le storie che scriviamo possiamo guardarci come in uno specchio e vedere parti di noi che non credevamo di avere.<br />
Ho sempre pensato che quando racconti una storia, questa comincia a vivere davvero, perché, se anche l'hai vissuta in prima persona, il tempo tende sempre a scalfirla, il ricordo man mano sbiadisce e cominci a chiederti se l'hai solo sognata; la parola può regalarle un nuovo respiro, un anelito di vita, può mostrartela per quello che realmente è stata, un viaggio, solitario, intimo e personale, e, all'improvviso, lì, capisci che tutti i personaggi che l'hanno popolato sono piccoli pezzetti di te che tu hai conservato dentro, a cui hai dato una linfa vitale nuova, una nuova possibilità di vita.<br />
Quindi scrivete, se potete, rendetevi responsabili di quello che vedete e raccontatelo, viaggiate, amate, odiate, e quando credete di non esserne più capaci, traducete tutto in parola scritta, in qualcosa che resta, che conserva una forma precisa.<br />
Fidatevi sarà tranquillizzante!Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-73691247126449251992015-10-10T13:15:00.001-07:002015-10-10T13:21:52.813-07:00Storia di una passione. Anais Nin Henry Miller.<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"> </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW4fmBwK8w3xZ9cd5z9JEu5qavaUT9RKJ-07ohLmBnqmH4I1ku_9RyYJRK9JDtiiRBzm1wVdg0-ptR7e1H27pPHM2AnyA-bFqXq2_WZuOoBEfHmtO_Fu0Fdoq6j-FpmUD4z2nS3-Q6jO-Z/s1600/anais.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW4fmBwK8w3xZ9cd5z9JEu5qavaUT9RKJ-07ohLmBnqmH4I1ku_9RyYJRK9JDtiiRBzm1wVdg0-ptR7e1H27pPHM2AnyA-bFqXq2_WZuOoBEfHmtO_Fu0Fdoq6j-FpmUD4z2nS3-Q6jO-Z/s320/anais.jpg" width="320" /></a></div>
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<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
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<span style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 18px;">Finito! Non divorato come faccio di solito, ma centellinato, gustato. Un libro vissuto, letto soprattutto in metro, sull' autobus, con la matita ormai consumata dal troppo sottolineare, con tutta quella passione che trasuda da ogni pagina, e che non è solo passione amorosa, anzi, direi che l' amore, se amore possiamo chiamarlo, non è il filo conduttore principale. Queste lettere sono la testimonianza di qualcosa che va ben oltre il racconto di una relazione sentimentale, qui possiamo vedere come ad unire Anais Nin ed Henry Miller sia una passione ben più grande e più profonda, quella comune per la parola.</span></span><br />
<span style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 18px;">E così queste lettere diventano, soprattutto, il racconto del valore della scrittura, di come sia stata per entrambi più forte, più grande della vita stessa, quasi da poterla sostituire; la parola scritta diventa vero e proprio respiro, che loro condividono, si scambiano,o, a volte" scambiano" per altro, in avvicinamenti e allontanamenti continui, senza potersi mai staccare del tutto, trovando l' uno nell' altra, un compagno, un destinatario; l' unico possibile.</span></span><br />
<span style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span></span>
<span style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 18px;">Le lettere coprono un arco di tempo che va dal 1932 al 1953; attraverso di loro viene fuori anche l'Europa e il mondo di quegli anni: il clima intellettualmente vivace della Parigi poco prima della seconda guerra mondiale, i viaggi in Spagna, in Marocco, in Grecia, l'America, sentita come unico approdo possibile alla follia europea della fine degli anni '30; e poi di libri, si parla tanto di libri in questa corrispondenza, di Rilke, di Céline, di Lawrence, ma soprattutto dei libri che Anais Nin ed Henry Miller scrivono, del Diario, dei racconti erotici su commissione, di Tropico del Cancro, di Tropico del Capricorno; da quali vite sono nati, dei problemi incontrati nella loro stesura e delle difficoltà per pubblicarli in un mondo che non era ancora pronto ad un'opera estremamente aperta, spudorata, complessa come era la loro.</span></span><br />
<span style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span></span>
<span style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 18px;">E a tessere le fila di tutto questo un uomo e una donna, uno scrittore e una scrittrice, che di arte hanno impregnato l'intera esistenza, due personalità diverse, accomunate dalla stessa passione e da una sintonia, difficilmente realizzabile nella vita che ha portato entrambi ad essere legati l'uno all'altra in una relazione che ha superato ogni sentimento personale, ogni necessità provvisoria, rincorrendo sempre l'unica cosa davvero importante: la necessità di scrivere e scriversi sempre e comunque al di là delle incomprensioni, dei tradimenti, della presenza di altri uomini e di altre donne; il loro linguaggio, le loro parole sono fatte di un alfabeto intimo e condiviso che si tiene un po' fuori dai cliché dominanti, quella che ad un occhio superficiale e distratto può sembrare una semplice storia tra due amanti è resa in queste pagine nella sua essenza più profonda ed eccezionale.</span></span><br />
<span style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 18px;">Scrive Anais Nin nel 1932 a proposito del suo rapporto con Henry:</span></span><br />
<span style="font-size: 13px; line-height: 18px;"><span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"></span></span><br />
<span style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 18px;">"Henry è davvero dentro di me, anche mentre prendo saggiamente atto della fine del nostro amore. Continuo a vedere perdurare la nostra amicizia,un legame che dura quasi quanto la vita. Così oggi mi sembra, poichè Henry è destinato a far parte della mia esistenza per molti anni, anche se è stato il mio amante solo per pochi mesi."</span></span>Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-60474826430616691512015-09-13T13:50:00.001-07:002015-09-13T14:01:23.150-07:00Settembre. Angela Barile.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpUCdWFChLk0QDxJ4OWXusuIuxFwYqftO5vmF3scAiljVycwlM-MHBDB4OeZ56gYB9_yYbjIk80Qd5x3KzwKrIO9uB9Ldn3eJolD-SeBUwlI4bi8Pzbd65ZCBb-VAW_b-MlIRtLnxnwBXw/s1600/roca.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpUCdWFChLk0QDxJ4OWXusuIuxFwYqftO5vmF3scAiljVycwlM-MHBDB4OeZ56gYB9_yYbjIk80Qd5x3KzwKrIO9uB9Ldn3eJolD-SeBUwlI4bi8Pzbd65ZCBb-VAW_b-MlIRtLnxnwBXw/s320/roca.jpg" width="320" /></a></div>
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Arriva Settembre e già hai dentro te questa nuova vita che inizia, che poi, a pensarci bene, non è cambiato niente: c'è ancora il tuo vecchio lavoro che ti aspetta, la tua città, i tuoi amici, i libri che non sei riuscita a leggere prima dell'estate sono ancora tutti lì ad attenderti, messi l'uno sull'altro sul comodino, tutto è là come l'hai lasciato; hai la valigia ancora da disfare piena di un viaggio che senti sempre più lontano e ci sei tu, mentre ti guardi allo specchio con l'abbronzatura che piano piano va via, sei tu e sembri la stessa, eppure ti senti diversa; hai un Real argentino, ritrovato per caso mentre riordinavi la tua stanza e che hai messo in un salvadanaio che non usavi e che non userai mai, ma ora sai che c'è un'unica moneta lì dentro ed è il tesoro più grande che vuoi conservare, decidi di prendere un libro, tra tutti quelli che ti attendevano, una copia di <i>Cent'anni di solitudine </i>in un' edizione argentina, l'unico da cui adesso puoi ricominciare.<br />
Si, Settembre è un po' come Gennaio, con quell'ottimismo senza senso che ti senti addosso e con tutti i buoni propositi, che poi, come ogni anno, forse, non realizzerai mai. Eppure sai che questo non è un mese come un altro, sai che quella lì che ti guarda nuova nuova dallo specchio non sei proprio tu, e ci voleva l'estate per fartelo capire, ci voleva l'amore, la passione, il dolore, si, anche il dolore, soprattutto lui; serviva la noia, la tristezza, un amico ritrovato, un nipotino nuovo di zecca, il tuo primo libro, quello che finalmente hai finito di scrivere, quello di cui non ti sei stancata, la cui storia non ti ha annoiata, perché dentro non c'eri tu o, almeno, non c'era l'Angela che tu credevi di essere, ma una donna nuova che non ha più paura.<br />
Si, è questo che ho imparato, più di tutto, a non aver paura. Non temo più me stessa, né quello che mi sta intorno, non temo più il mio passato né il futuro che non conosco, non temo la vita quando ti viene addosso, né la morte di tutto quello che c'era e all'improvviso non c'è più, non temo la cattiveria, non temo l'amore, non temo più quel "noi" che prima era solo l'anticamera di una separazione e, che, ora è fatto di un "per sempre" senza tempo e senza spazio, non temo l'incertezza, il distacco, l'oblio, non temo il non essere amata, il desiderio, né la solitudine di certi giorni bui.<br />
E' Settembre ed è un mese di coraggio questo che comincio e non faccio programmi né ho buoni propositi da ricordare, mi guardo soltanto e quello che vedo mi piace e tanto basta per cominciare questo nuovo anno, questa nuova vita, anche se qualcosa ho dovuto lasciare lungo la strada, anche se ho perso pezzi di me lungo il cammino, ma, alla fine, ci ho guadagnato tanto e, d'altra parte, non si rinasce mai se non c'è qualcosa che prima muore.<br />
Tutto questo non lo capiamo mai da soli, non arriva dal nulla quell'epifania improvvisa, hai bisogno di buttarti nella vita perché questo accada, io sono stata tanto tempo dietro un vetro a guardare, tutto correva così veloce ed io ero solo stanca, senza forze, tutto era sempre troppo o non abbastanza;c'è voluta un'altra persona per farmi aprire gli occhi, qualcuno che mi ha fatto sentire viva, perfetta e meravigliosa così come sono, che mi ha presa per mano, mi ha guardata negli occhi e ha continuato a farlo anche quando è andato via, che ha lasciato dentro un'immagine indelebile che è la mia, qualcuno che anche nell'assenza è diventato presenza profonda.<br />
Perché ci sono persone sparse per il mondo, che conosci solo grazie ai giri strani che fa la vita e arrivano nell'unico attimo possibile, l'attimo in cui siamo pronti a riceverle e non c'è legame o paura che tenga, è vento forte che soffia e pioggia battente che cade e, non hai che due possibilità:o cerchi un riparo o li affronti, io ho scelto di affrontarli; nessuna emozione, nessun sentimento potrò mai temere, e lo so adesso che è Settembre e un altro anno comincia, con questa pioggia che sa già di autunno e le giornate di sole che ancora ci saranno in questo scampolo d'estate romana.<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: inherit; line-height: 18px;"> </span>Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-91983634817622481132015-07-02T03:01:00.002-07:002015-07-02T03:05:17.575-07:00Dall'altra parte del mondo. Angela Barile.<div style="margin-bottom: 0cm;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpfl5PJlDEDimTEkSiSu6B9rr31YfLZ8KiZrATrHxdJRkhCLl1Qh-N_JNdGvuEucJ4aNNe4v3y37fnvZH0RVEI-T_ySW7x84gjPK9pFa8jRI5M4LkAEcOvXRkGuDiAZWE3aDMk-StAoGUR/s1600/cascate.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpfl5PJlDEDimTEkSiSu6B9rr31YfLZ8KiZrATrHxdJRkhCLl1Qh-N_JNdGvuEucJ4aNNe4v3y37fnvZH0RVEI-T_ySW7x84gjPK9pFa8jRI5M4LkAEcOvXRkGuDiAZWE3aDMk-StAoGUR/s320/cascate.jpg" width="320" /></a></div>
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Si era rintanato in un posto in cui non
poteva raggiungerlo, e, in qualche modo, anche lei era lontana,
raggomitolata dentro di se a chiedersi se davvero era lui quello che
voleva, i suoi silenzi, le sue insofferenze, le sue fughe, anche se il suono della sua voce diceva: "Non sai quanto vorrei restare."</div>
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E si chiedeva tutto questo anche se era già andato via, anche se forse non lo avrebbe rivisto mai più, perchè le serviva farsi queste domande, per spostare l'attenzione da lui a lei, per capirci qualcosa in più.</div>
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L'unica cosa che voleva adesso era tenerlo tra le braccia, tenere il suo corpo spigoloso sul suo,
morbido; che lui si attaccasse al suo seno come i bambini già grandi
fanno, non per fame, ma per consolazione. Voleva che in
questo abbraccio si scoprissero l'uno all'altro.come avevano fatto tante volte, che poi, a ben pensarci, non erano state poi molte, anzi, ma a lei erano sembrate infinite.</div>
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Conoscerlo era stato un po' come
ritrovarlo, ma forse, come diceva lui, è che loro due erano uguali, e, alla fine, era se stessa che aveva ritrovato in quegli occhi, nei suoi occhi.</div>
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Tutto era cominciato con il desiderio. Ricordava persino il momento preciso. Lui era in una terra di confine, dall'altra parte del mondo: lì era ancora giorno, qui sera tarda. Le aveva mandato una foto perchè vedesse il luogo isolato in cui si trovava, ed era davvero quasi in mezzo alla giungla, davanti ad un alberghetto di seconda mano; e lei lo aveva immaginato lì, seduto in un patio con tutta quella vegetazione davanti, aveva immaginato la sua pelle un po' bagnata da quel caldo umido mentre qui da lei era pieno inverno, e, in chat, avevano cominciato a giocare con le parole, per la prima volta.</div>
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Non erano più due conoscenti che parlavano del più e del meno, no, erano un uomo e una donna che stavano flirtando; e lei lo aveva desiderato in quel momento e sentiva che anche lui la voleva, anche lì dall'altra parte del mondo; e si era toccata leggermente mentre leggeva le sue parole e sentiva che erano loro ad accarezzarla, non le sue mani. Eppure non sembrava esserci niente di erotico in quella conversazione, se non che lei voleva lui e anche lui la voleva.</div>
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Quel suo viaggio quando si erano trovati le aveva insegnato a desiderarlo senza temerlo troppo.</div>
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Avrebbe considerato pericoloso qualsiasi uomo in quel periodo, ma non lui, le sembrava così irreale e familiare al tempo stesso, sentiva che si sarebbero potuti volere così da lontano, senza vedersi, per sempre, ed era sicura che anche per lui fosse così.</div>
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Erano due anime alla deriva, che avevano rinunciato a credere che ci potesse essere un porto dove attraccare, ma che erano irrimediabilmente sedotte da un canto, come Ulisse con le sirene.</div>
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Erano stati l'uno per l'altra ossigeno puro, ricordava ancora i loro abbracci come se entrambi finalmente avessero aria buona da respirare, l'uno nella bocca dell'altro, come se in quelle vite fatte di un equilibrio fatiscente, loro due potessero riposarsi almeno un pò e sentirsi nel posto giusto, loro che nel posto giusto non si erano sentiti quasi mai.</div>
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Non aveva mai pensato che lui potesse restare, ma non poteva immaginare il momento in cui sarebbe andato via perché che loro due fossero separati era una cosa innaturale, non adesso, non dopo che in qualche modo si erano ritrovati. Lei capiva che c'erano cose che accadono e non ci sembrano giuste, sapeva che poi la vita, vivendo, te le spiega, eppure questo non serviva a far smettere il dolore, non se pensava alla sua maglietta bianca che lui aveva dimenticato e che adesso riposava in un cassetto che lei non apriva quasi mai, ma era lì e lo sapeva anche se non la vedeva, esattamente come sentiva lui.</div>
Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-41825890765232350272015-01-25T02:43:00.001-08:002015-01-25T02:43:12.360-08:00Il male oscuro. Giuseppe Berto.<br />
<img src="http://www.rcslibri.it/wp-content/uploads/2014/12/03/212215/3106013-9788817012195.png" /><br />
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Ho scoperto<i> Il male oscuro</i> per caso, sorpresa di non avere mai sentito questo titolo nè il suo autore. Ammetto che ci è voluto un po' per abituarmi alla sua scrittura piena, voluttuosa e con una punteggiatura praticamente inesistente, i pensieri scorrono veloci, le frasi seguono le une alle altre senza interruzione, è come se l'ansia del protagonista la sentissi pure tu,lettore, in quel modo di scrivere incessante, sfrenato, e, a volte, devi proprio sospendere la lettura per prendere fiato, devi ritornare indietro a ripescare un pensiero, un'immagine e poi, subito, proseguire, non fermarti mai.<br />
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<i>Il male oscuro</i> racconta la storia di un "mezzo intellettuale di provincia" che dal Veneto si trasferisce a Roma. Lì scrive sceneggiature per il cinema, fino a quando, in seguito, alla morte di suo padre, precipita in una profonda crisi, che inizialmente sembra soprattutto fisica e, invece, nasconde, dietro queste mentite spoglie, una vera e propria nevrosi. Lui cerca di curarla in ogni modo immaginabile, fino a quando approda, finalmente, alla psicanalisi e, pian piano, vengono alla luce, tutte le ombre e i traumi del suo passato e il protagonista comincia il suo viaggio attraverso le sue paure e le sue angosce alla riscoperta di un se stesso nuovo con cui spesso è difficile scendere a patti.<br />
<br />
Il romanzo è decisamente autobiografico. Giuseppe Berto ripercorre la sua malattia, la nevrosi che per decenni lo ha angosciato e bloccato nel suo lavoro di scrittura.E' stato questo libro il segno tangibile della sua rinascita; dall'appendice dello stesso autore che si trova alla fine del romanzo, veniamo a sapere che il modo di scrivere concitato, veloce, ininterrotto è stato qualcosa di necessario, lui ha rincorso i pensieri apparentemente senza logica, facendoli seguire l'uno all'altro per associazioni, proprio come si fa durante una seduta di analisi, non poteva smettere, non doveva. E' come se tutto quello che per tanti anni, aveva taciuto non scrivendo, stesse lì sulla punta delle dita, pronto per essere "espulso".<br />
<br />
<i>Il male oscuro</i> è un libro che fa sorridere, che fa riflettere e che stordisce, è uno di quei libri, che a me è piovuto addosso quasi per caso, e mi sono rivista proprio lì, senza fiato, a perdermi e ritrovarmi in quelle parole, a scorgere nella sua un pò della mia angoscia, arrivando alla fine di un periodo, lungo molte pagine, con il fiato corto di chi corre per fuggire da qualcosa.</div>
Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-42371681011293989292014-09-23T08:27:00.001-07:002014-09-23T08:27:26.078-07:00Una storia di amore e di tenebra. Amos Oz.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgECFcaE6D1ttNlkHTO6qoogTU1ZvScMMUjFJUGQnozPQbr4UHSmIncG3JWH4peJ2Hu0Wt6ySpeJ-Pb_t9lhbP_TfNEO9qispdzPDah9a0xF1akCY6bO5Ae-pOPGN2oUMEh_L-pNaSE1o-u/s1600/amore+e+tenebra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgECFcaE6D1ttNlkHTO6qoogTU1ZvScMMUjFJUGQnozPQbr4UHSmIncG3JWH4peJ2Hu0Wt6ySpeJ-Pb_t9lhbP_TfNEO9qispdzPDah9a0xF1akCY6bO5Ae-pOPGN2oUMEh_L-pNaSE1o-u/s1600/amore+e+tenebra.jpg" height="320" width="202" /></a></div>
<br />
Avevo comprato questo romanzo un pò di anni fa e poi era finito abbandonato tra gli scaffali della mia libreria senza mai averlo letto, ogni volta che mi cimentavo nell'impresa non riuscivo ad andare oltre qualche pagina; come a volte mi accade, sapevo che il suo tempo per me un giorno sarebbe arrivato.<br />
Quest'estate l'ho finalmente ritrovato con la netta sensazione che questo fosse per me e lui il momento giusto e, così è stato.<br />
<br />
<i>Una storia d'amore e di tenebra</i> è una sorta di confessione, un'autobiografia del suo autore, Amos Oz, la storia della sua famiglia, della sua terra, del suo popolo. La sensazione che si ha, da queste pagine, è quella di una vera e propria catarsi, mi ha sorpreso, quasi alla fine del romanzo, leggere che l'autore, prima di questo libro, non aveva mai parlato e, comunque, mai in modo approfondito, di sua madre e di suo padre a nessuno, nemmeno a sua moglie e ai suoi figli. Il lettore stesso può notare con quale circospezione Oz si avvicini a determinati avvenimenti tragici della sua infanzia, solo a metà romanzo l'autore comincia ad accennare a quello che poi avrebbe sconvolto per sempre la sua vita e lo fa con timore, sembra quasi con una sorta di rispetto, non solo nei riguardi di chi ormai non c'è più, ma anche nei confronti del bambino che lui è stato.<br />
<br />
E da questo bambino sono rimasta assolutamente affascinata, certo non si può dire che fosse poi così comune, dotato di una sensibilità e una maturità fuori dal consueto, naturale prodotto della famiglia dalla quale veniva e della terra e dell'epoca nella quale ha vissuto. Figlio di un uomo estremamente colto (suo padre conosceva ben 17 lingue!) e di una donna di animo sensibile e poetico, nipote di un importante professore universitario, autore di molti libri sulla lingua ebraica, Amos sembra soprattutto preoccupato di compiacere i suoi genitori e di trovare un posto consono all'interno della sua famiglia. Da queste pagine viene fuori anche la storia del suo paese, la nascita dello Stato d'Israele, la guerra che ne deriverà tra Ebrei e Palestinesi e già si può intuire quello che poi, più avanti, diventerà un convinto pacifismo, quella sua capacità di mettersi nei panni dell'altro, che non significa necessariamente dar ragione, ma piuttosto cercare di capire.<br />
E così, se da una parte l'Amos bambino è condiscendente e preoccupato di piacere, dall'altro ben presto si arguisce una personalità assolutamente unica e ribelle che lo porterà ad allontanarsi dalla sua famiglia, arrivando persino a cambiare il cognome in Oz che in ebraico significa forza.<br />
<br />
Questo libro, lo capiamo soprattutto alla fine, è quasi un modo per far pace con il suo passato, per ricongiungersi alla sua vita di un tempo, a quelli che l'hanno abitata, un modo per riconoscersi e accettare tutto quello che è stato, per far rivivere con le sue parole ciò che faceva parte di un tempo lontano e che ora non c'è più. Lui stesso scrive nelle prime pagine del libro " <i>e in fondo, questo strano impulso che avevo da bambino-il desiderio cioè di offrire una nuova opportunità a ciò che non esisteva più nè mai più avrebbe avuto un'opportunità- è ancora fra le cose che mi muovono la mano, ogni volta che mi accingo a scrivere una storia."</i><br />
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E' per questo che Oz ha scritto la sua.<br />
<br />Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-81920587706101777532014-07-08T04:55:00.003-07:002014-07-08T04:59:49.009-07:00Vita dopo vita. Kate Atkinson.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp6tyOkbLzGTMg5gYwzhsITPwwj4R2CEkqDEDp1OE9115GTUtzKmjQV145teP4-oB5jNNQCy2e5KDcuYWaI4JD6g7uHNbltr-zVNkM_dq-dHstjhasB5wkvvZ_LWbK6Kn3y4pidXpTpHm-/s1600/vita.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp6tyOkbLzGTMg5gYwzhsITPwwj4R2CEkqDEDp1OE9115GTUtzKmjQV145teP4-oB5jNNQCy2e5KDcuYWaI4JD6g7uHNbltr-zVNkM_dq-dHstjhasB5wkvvZ_LWbK6Kn3y4pidXpTpHm-/s1600/vita.jpg" height="320" width="211" /></a></div>
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" E se avessi la possibilità di rivivere più volte la tua vita, finchè non venisse come deve? Non sarebbe splendido? "<br />
<br />
Edward Beresford<br />
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<span style="background-color: white; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, 'Lucida Sans Unicode', sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.200000762939453px;">«Pochi istanti dopo essere venuta al mondo, il mio cuore ha smesso di battere. A quattro anni, sono annegata nell’oceano. A cinque anni, sono scivolata da un tetto coperto di ghiaccio. A otto anni, ho preso l’influenza spagnola. Quattro volte. A ventidue anni, mio marito mi ha spinto con violenza contro un tavolino, uccidendomi. A trent’anni, sono morta durante un bombardamento tedesco su Londra. E su di me cadevano le tenebre. Ma ho sempre avuto un’altra possibilità.»</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, 'Lucida Sans Unicode', sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.200000762939453px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, 'Lucida Sans Unicode', sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.200000762939453px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: Times, Times New Roman, serif; line-height: 19.200000762939453px;">Le intermittenze di una vita, ecco quello che racconta questo romanzo. Ursula nasce e muore più volte in queste pagine, è in queste vite che si dipana l'intera sua esistenza e quella di tutte le persone che le sono intorno, ogni evento può sempre accadere di nuovo, oppure no, è come se il tempo non fosse fatto dell'essenza cronologica che tutti gli riconosciamo, ma fosse circolare, come un serpente arrotolato su se stesso. C'è sempre un'altra possibilità per Ursula, e, ogni volta che lei si ritrova a vivere determinate condizioni, viene colta da un terrore primordiale, come se dell'altra vita avesse solo un sentore, che le fa sperimentare una sorta di preveggenza. In alcuni casi riesce a mutare il corso degli eventi cambiando non solo il suo destino ma, spesso, anche quello dell'intera umanità.</span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;">Ursula attraversa con le sue esistenze l'intero '900, il secolo delle guerre, dell'abominio nazista, ma anche del progresso, dell'emancipazione femminile, e, tutti questi elementi sono parte integrante della sua vita, tutto cambia nell'alternarsi delle sue esperienze, le uniche cose che restano come punti fermi indistruttibili sono il peso che questi eventi storici hanno avuto su di lei e, i membri della sua famiglia:ogni personaggio ha sempre, infatti, il medesimo ruolo e le stesse caratteristiche.</span></span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Times, Times New Roman, serif; line-height: 19.200000762939453px;">E' molto interessante e seducente la caratterizzazione dei protagonisti vista sulla scala di un tempo circolare, loro rimangono identici, ma esistenza dopo esistenza sempre più completi e vividi, come se, di volta in volta, venisse fuori qualcosa che prima ci era sfuggito.</span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;">Alla fine del libro si avrà la sensazione, che tutte queste vite, ripetute e sempre diverse, sono parte di un progetto unico, niente può essere tolto o aggiunto senza che il romanzo risulti manchevole, un aspetto che, personalmente, mi ha fatto molto riflettere sul significato lineare che si dà solitamente al tempo e allo spazio, che mi è sembrato "difettoso" per la prima volta nella mia vita.</span></span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Times, Times New Roman, serif; line-height: 19.200000762939453px;">Forse, dopo tutto, le nostre esistenze non sono proprio come appaiono, forse è vero, tutti gli esseri umani hanno infinite possibilità perchè, come dice Sylvie, la madre di Ursula, alla fine del libro, "La perfezione si raggiunge con la pratica".</span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br />
</span>
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Lucida Grande, Verdana, Lucida Sans Unicode, sans-serif;"><span style="background-color: white; line-height: 19.200000762939453px;"><br /></span></span>
</span><br />
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<i style="background-color: white; color: #666666; font-size: 14px; line-height: 16px; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></i>
<i style="background-color: white; color: #666666; font-size: 14px; line-height: 16px; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<i style="background-color: white; color: #666666; font-family: 'trebuchet MS', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 16px; text-align: justify;"><br /></i>
<i style="background-color: white; color: #666666; font-family: 'trebuchet MS', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 16px; text-align: justify;"><br /></i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
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<b style="background-color: #fcfced; color: #555555; font-family: Conv_MinionPro-Medium; font-size: 20px; line-height: 26px;"><br /></b>
<b style="background-color: #fcfced; color: #555555; font-family: Conv_MinionPro-Medium; font-size: 20px; line-height: 26px;"><br /></b>
<b style="background-color: #fcfced; color: #555555; font-family: Conv_MinionPro-Medium; font-size: 20px; line-height: 26px;"><br /></b>Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-34911285873304412052014-06-04T09:33:00.002-07:002014-06-04T09:33:40.067-07:00Le lunghe notti di Anna Alrutz. Ilva Fabiani. <div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF4Gp6ktnsKs0pE53XlmvO5iPo34Rd43f9OD634S48iTa_4h1QdahYap48C6KAHa7W4Zccn2_TAYVtaFIEgPgjNWKzFQdNTzM7HBZcDGNAG_Ek2cbJhyphenhyphen0Ww-6-x76ARH-TEVmjZRmMa0MP/s1600/cover.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF4Gp6ktnsKs0pE53XlmvO5iPo34Rd43f9OD634S48iTa_4h1QdahYap48C6KAHa7W4Zccn2_TAYVtaFIEgPgjNWKzFQdNTzM7HBZcDGNAG_Ek2cbJhyphenhyphen0Ww-6-x76ARH-TEVmjZRmMa0MP/s1600/cover.jpg" height="320" width="210" /></a></div>
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Questa è una storia di cui non riesci a liberarti, che ti catapulta in un passato lontano e, che, tu lettore, continui a sentirti addosso, come se quel tempo ti aleggiasse intorno, ti avvolgesse, vergognoso, pericoloso, sofferente.</div>
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Anna è qui, vento invisibile che soffia leggero o impetuoso, che si aggira nelle stanze della clinica dove ha lavorato, che insegue le vite di chi è rimasto e cerca di afferrare le anime di chi è andato.</div>
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Anna è una braune Schwester, un'infermiera speciale del terzo Reich, lei contribuisce a rendere ancora più perfetta la razza ariana, si occupa della sterilizzazione di donne che, con i loro deficit fisici o psichici , potrebbero mettere al mondo figli non perfettamente sani.</div>
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Ma Anna è anche la voce narrante che viene fuori da queste pagine, che sibila tra gli atti violenti e inesplicabili di questo tempo. Ci racconta di una bambina sana e forte, di un'epoca lontana fatta di scuola e di vacanze, dell'adolescenza spensierata, dei primi contrasti in famiglia, del primo amore della sua vita, impossibile e platonico, di come e perchè lei, come milioni di tedeschi, abbia cominciato a vedere in Hitler il salvatore di se stessa e della Germania intera.</div>
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E tutto quello che succede sembra essere qui davanti a noi, il lettore lo vede, esattamente come la protagonista, ripetersi continuamente davanti ai suoi occhi. E' triste e struggente questo libro e non solo per l'argomento che tratta, ma anche perchè tutti noi ci sentiremo un pò Anna in queste pagine, capiremo che il male è una cosa che riguarda tutti, che non è così scontato, così definito, che nasce dalle nostre paure, dalle nostre debolezze,e, spesso non siamo capaci di individuarlo subito.</div>
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Anche lei lo capirà, poco prima di essere vento e il suo racconto sarà una catarsi necessaria e penosa, un luogo dove far rivivere tutto il dolore e la poesia, che pure si nasconde in questa assurda vita.</div>
Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-40038124174966682882014-06-02T01:03:00.001-07:002014-06-02T01:03:42.968-07:00Lo straniero. Albert Camus.<div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdUsKhPJexMDYRKhfh9rf6u8kp6YQNShmJiRVC7JcJaZkL-b3k32XGsAw4RInEizKi8R8EMJpCNOVR335HAy628JGsJZfQhbz1BXl7cgXTwYW6HawWNQRcWfLAfR7Jq8KV-8PsfI9afS6t/s1600/lo+straniero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdUsKhPJexMDYRKhfh9rf6u8kp6YQNShmJiRVC7JcJaZkL-b3k32XGsAw4RInEizKi8R8EMJpCNOVR335HAy628JGsJZfQhbz1BXl7cgXTwYW6HawWNQRcWfLAfR7Jq8KV-8PsfI9afS6t/s1600/lo+straniero.jpg" height="320" width="210" /></a></div>
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Nella mia vita è arrivato il momento giusto per ogni libro che avrei voluto leggere.</div>
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Ieri ho comprato e finito<i> Lo straniero</i> di <i>Albert Camus</i>. Ho sempre pensato che ci avrei messo un pò per leggerlo, e, invece, eccomi, l'ho divorato in poco più di due ore, soggiogata dalla sua scrittura essenziale, dalle frasi brevi e indissolubilmente distaccate l'una dall'altra, così nitide a descrivere il mondo quanto ermetiche a parlare di emozioni.</div>
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Il signor Meursault è lo straniero, l'uomo che vive alienato dalla propria vita e da quella degli altri.</div>
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Nelle prime pagine lui, assiste, quasi indifferente alla morte di sua madre, che viveva, ormai, da anni in un ospizio, sembra incapace di provare il benchè minimo dolore, accetta quest'evento, come qualcosa di ineluttabile, che, non cambia per niente la sua vita.</div>
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Tutto quello che gli succederà, da quel momento in poi, sembra quasi guidato da una mano invisibile, compreso l'omicidio che lo porterà in carcere ad una pesante condanna. Meursault ha sparato, ma non con l'intenzione di uccidere, era il sole di Algeri ad essere troppo caldo, a farlo agire senza che lui si rendesse ben conto di quello che faceva. E' un uomo che non mente a se stesso, che non intende giustificarsi, dice le cose così come stanno, senza mostrare nessuna emozione, non ama parlare di se, di quello che sente, è di poche parole, per lui esiste solo il mondo esterno, per lui la vita è rappresentata esclusivamente dai gesti che compie.</div>
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Quando Maria, la donna che ha conosciuto subito dopo la morte della madre, gli chiede se la ama, Meursault non sa rispondere, ma subito dopo è immediatamente colpito dal suo sguardo in cui si perde e si abbandona, ed è questa la cosa importante, molto più chiara di una sua qualsiasi risposta.</div>
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Durante il processo Meursault non appoggerà la linea difensiva del suo avvocato, non riuscirà a giustificare il suo gesto, perchè incapace di mostrarsi per quello che non è, accetterà la condanna, come ha sempre accettato ogni evento della sua vita, lasciandosi travolgere dalle conseguenze delle sue azioni, incapace di non essere straniero in mezzo agli uomini.</div>
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Solo nelle ultime pagine, il protagonista, si lascia andare ad un lungo monologo,e, lo fa urlando, per la prima volta, in tutto il romanzo, in queste ultime righe lui grida tutta la sua estraneità agli altri e al mondo, pronto ad affrontare il proprio destino che è poi il destino di tutti gli uomini.</div>
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Sembra quasi che Camus voglia dirci, in queste pagine, che, la felicità non è altro che questo:abbandonarsi.</div>
Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-34116210448635297182014-05-30T22:00:00.000-07:002014-05-30T14:30:36.279-07:00A te. Angela Barile.Continuo a scrivere di te, anche adesso che non ci sei più, anche ora che le pagine della tua vita sono bianche già da un pò. Mi piacerebbe riempirle io al posto tuo, come se si potesse continuare a far vivere qualcuno, anche quando lui non vive più. Ti ho messo via quando eri vivo, e adesso che sei morto non riesco a farlo. Sei come resuscitato dentro me, il tuo cuore ha ripreso a battere, il tuo sangue a scorrere, i tuoi polmoni a respirare e non riesco a liberarmi del tuo ricordo, ogni parte del tuo corpo è vivida come lo era quando eri davanti a me, certe tue espressioni, certi tuoi sorrisi, tutto è ritornato dal momento esatto in cui volavi da quella finestra. E' vera questa cosa, che i morti non muoiono mai, se prima te li sentivi accanto, ora ti vivono dentro, non hanno più vita propria e respirano in quelli che sono rimasti, ognuno porta con se un pezzetto, una parte precisa da cui è impossibile liberarsi: io porto con me le tue mani, con le dita leggermente nodose, non troppo grandi, quelle tue unghia rosicchiate da tutti i tuoi pensieri, ne ricordo il calore, la stretta decisa, la sensazione di tormento che comunicavano, le vedo ancora, erano mani che si aggrappavano alla vita, e, anche quel giorno, di questo sono sicura, loro hanno lasciato solo per un attimo la presa, in quel lancio si sono aggrappate alla morte.<br />
<br />
Io ti ho cercato tanto, mi capita ancora oggi di credere di incrociare il tuo sguardo, mi basta vedere un ragazzo con la barba rossiccia e un cappello con la visiera per credere di riconoscerti in lui, mi sorprende sempre constatare che non sei tu, è come se non riuscissi ad assimilare il concetto di morte.<br />
<br />
Sarà che per me tu non sei morto mai, è come se ti fossi fermato a guardare il panorama da quella finestra e stessi fumando lì, affacciato, la tua sigaretta, con le campane di San Pietro che suonano lì vicino e i gabbiani che sciamano con lentezza sulla città, e, tu, lì, immobile.<br />
Per l'eternità.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcps20ZG0FndCYxxxwovMN5Ls5astopAZTC-MICyD5YrUXddGYakmH59NK3OjMxYpy4UAektaxpqLf9Ln9vM2KPH7sW3xzGpbr99CKVQoGc4pCEmYPWweJyJf5TzfiAjtDEKXKU0HfA8Xe/s1600/Giovane_uomo_alla_finestra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcps20ZG0FndCYxxxwovMN5Ls5astopAZTC-MICyD5YrUXddGYakmH59NK3OjMxYpy4UAektaxpqLf9Ln9vM2KPH7sW3xzGpbr99CKVQoGc4pCEmYPWweJyJf5TzfiAjtDEKXKU0HfA8Xe/s1600/Giovane_uomo_alla_finestra.jpg" height="320" width="219" /></a></div>
<br />Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-17341142180949748282014-05-05T07:45:00.001-07:002014-05-05T07:50:01.782-07:00Shantaram. Gregory David Roberts.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT_u0nXc0ec5Z23Af3zFFYMr18FqWEETIalvVkD-jT2QQzVBPpRuFz_On2prNUcW8QAwQw7mCwWad-qyu1EIc8UvLiWIG229aufbhClhdR_jsoWkd0kR0vjBf-RQGSU2mjkkPtV0D68erg/s1600/Shantaram.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT_u0nXc0ec5Z23Af3zFFYMr18FqWEETIalvVkD-jT2QQzVBPpRuFz_On2prNUcW8QAwQw7mCwWad-qyu1EIc8UvLiWIG229aufbhClhdR_jsoWkd0kR0vjBf-RQGSU2mjkkPtV0D68erg/s1600/Shantaram.jpg" height="320" width="210" /></a></div>
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Devo ammettere che, all'inizio, la mole di questo libro (1200 pagine) mi ha spaventata, ha riposato sugli scaffali della mia libreria per tre anni, finchè ho deciso di cominciare la mia avventura con <i>Shantaram</i>. Ci sono dei libri che non riesci a smettere di leggere, libri a cui non smetti di pensare neanche quando sei al al lavoro, che non vorresti mai interrompere, e che non vedi l'ora di riprendere al ritorno a casa. Ecco, questo è<i> Shantaram</i>, un viaggio sorprendente in una terra meravigliosa, l'India, un percorso alla ricerca del bene, un inno all'amore e al perdono, un testo che fa riflettere e commuovere, ma in cui si ride anche.<br />
<br />
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L'autore, Gregory David Roberts, è un australiano, ex studente di filosofia, ex eroinomane, ex rapinatore, che finisce in carcere, condannato ad una pena di 19 anni, da lì evade con una rocambolesca fuga, e, con un passaporto falso, arriva a Bombay, dove trascorrerà la maggior parte dei suoi 10 anni di latitanza, fino a quando verrà nuovamente catturato. Di nuovo in carcere, l'uomo scriverà questo libro che si ispira, romanzandoli, ai 10 anni in cui è stato in fuga.<br />
<br /></div>
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Protagonista indiscussa di questo libro è Bombay, città caotica e accogliente, fatta di odori penetranti e di caldo pungente che, all'inizio, quasi toglie il respiro, fatta di tanta gente, di personaggi indimenticabili, di cui il lettore si innamora immediatamente: al suo arrivo, Lindsay, il protagonista, con il suo nuovo nome fresco di passaporto contraffatto, incontra Prebaker, la guida indiana simpatica che conquista con il suo sorriso aperto e sincero,e, pagina dopo pagina,vediamo il libro riempirsi di personaggi straordinari: la losca e artistica combriccola del Leopold, locale caratteristico della zona turistica della città, le indimenticabili donne, personaggi dolci ed enigmatici, coraggiosi e fragili, a volte lievi parentesi in un mondo fatto di violenza, altre volte parti integranti della violenza stessa, vittime, ma spesso anche carnefici di grandi atrocità. E poi, i poveri, i poveri di Bombay, che vivono nella miseria più assoluta con la leggerezza e l'ottimismo tipico del popolo indiano, il libro è impregnato dei loro sorrisi, del loro lavoro incessante, del loro amore disinteressato.<br />
<br />
E in mezzo a tutti questi personaggi ecco Shantaram, che significa <i>"uomo di pace"</i>( così il protagonista viene soprannominato durante una visita in un villaggio indiano), un criminale, uno dei maggiori ricercati al mondo, un uomo, che cerca di trovare in questa terra, una nuova identità, che non sia solo anagrafica, una vita che sia quanto meno accettabile, nonostante le privazioni a cui deve sottostare un evaso, e, che, alla fine si ritroverà medico, senza nessun titolo, in uno slum( nome dei quartieri più poveri di Bombay), a lavorare per la mafia indiana, a combattere, in Afghanistan, al fianco dei mujaheddin, per riscoprire, paradossalmente, un se stesso nuovo, capace di<i> "affrontare il volto feroce e sorridente del mondo".</i><br />
<br />
Alla fine, quando ormai avevo quasi finito questo romanzo, ho pensato che 1200 pagine erano maledettamente poche, la grande mole è ancora adagiata sul mio comodino, non riesco a separarmene!</div>
Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-23263596158059447142014-03-27T03:33:00.001-07:002014-03-27T03:33:58.257-07:00Il funerale. Angela Barile.La prima immagine che conservava di lui era davanti all'entrata della chiesa il giorno del funerale. Fermo, immobile, vestito come ci si veste nei giorni di festa o di dolore. Gli occhi guardavano un punto fisso davanti a se.<br />
Erano lì, eppure non c'erano.<br />
E le mani.<br />
Ricordava le mani.<br />
Lui le aveva strette intorno alle sue, non per trattenere, ma solo per parlare, solo perché dalla bocca le parole non sapevano uscire.<br />
<br />
Ricordava la stretta incerta, quasi imbarazzata, lo sguardo fisso dei suoi occhi su di lei, che non si fermava, ma passava attraverso, l'odore nauseante dei fiori, il rumore sommesso dei pianti in mezzo a quello strano silenzio, il sole caldo che oltrepassava le cose.<br />
<br />
E poi c'era la bara, che a lei sembrava un contenitore vuoto, leggero, come se dentro non ci fosse nessuno, non quel corpo, non quella vita. Era lì, da poco riposta nel carro funebre, la gente la fissava sgomenta, incredula, quasi a volersi convincere che lui era davvero lì dentro, a cercare di immaginarselo, ma chissà forse non ci riuscivano neanche loro!<br />
Le mani erano rimaste le une nelle altre per un tempo che le era sembrato infinito, un tempo che nessuna parola poteva riempire, poi lei si era allontanata, imbarazzata, sconfitta da questo insensato momento, dall'insensata morte di chi si toglie la vita. La bara si era allontanata. Vuota. Nessuno riusciva a immaginarla piena di lui.<br />
<br />
Ci sono parole che non possono essere dette, quel funerale fu la commemorazione di qualcosa di indicibile, solo il prete osò parlare di dolore, solo lui mise insieme qualche frase dall'alto del pulpito, gli altri poterono solo esserci, salutare qualcosa che era già andata via, senza possibilità di saluto.<br />
<br />
Chi muore resta, lei aveva sempre creduto, ma non voleva che queste parole fossero solo un messaggio vuoto, le piaceva pensare che avrebbe potuto far rivivere quella morte nella sua vita, mantenere con lui quel filo che prima di allora non erano stati in grado di tenere.<br />
<br />
Quella stretta di mano fu una promessa mancata, fu la prova, mesi dopo lo aveva capito, che da certe morti non può nascere niente, se non qualcosa di uguale, che i fili sono fatti per essere tenuti da almeno due persone,e, che, dall'altra parte, non c'era nessuno.Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-75087942151779799552014-03-11T04:00:00.000-07:002016-05-01T11:14:38.436-07:00Immagine di noi. Angela Barile<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik3zTZ2AA4hf-9wEXnq3LVlHCPYSeZIXp0sxxr6d3yObydmffLSc6oViqV0HGbq0xqHa25mo8p9LBGP65Q_nrJcsaEhD0i_wc_rGl0YqHV_91psEoAd5XzTuVvWzBFpn0G0j1svkcL9-iv/s1600/specchio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik3zTZ2AA4hf-9wEXnq3LVlHCPYSeZIXp0sxxr6d3yObydmffLSc6oViqV0HGbq0xqHa25mo8p9LBGP65Q_nrJcsaEhD0i_wc_rGl0YqHV_91psEoAd5XzTuVvWzBFpn0G0j1svkcL9-iv/s1600/specchio.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Non so se vi è mai capitato di tenere molto ad una persona, idealizzarla a tal punto da trasformarla dentro di voi perché quello di cui avete più bisogno è questa idealizzazione. Accorgersene richiede una grande consapevolezza di se stessi e dei propri bisogni; perché, spesso, è molto più facile attribuire il proprio dolore a qualcun altro piuttosto che a se stessi, perché quando la tua vita sembra non avere nè capo nè coda, la soluzione più facile è sperare che arrivi qualcosa dall'esterno ad aggiustare tutto e, lo desideri così ardentemente che basta riconoscere uno sguardo tra la folla e pensare: "Ecco, è lui".<br />
Ho usato il termine "riconoscere" perché questa scelta non avviene per caso, insomma, non è che uno valga l'altro, mi piace ricordare una frase che una volta ho letto da qualche parte e che recitava più o meno così, <i>non ci accade mai quello che desideriamo, ma solo quello di cui abbiamo bisogno</i> e questo bisogno non è così scontato come possiamo immaginare, ed è uguale per tutti, non c'è distinzione:ciò che ci succede ha come fine ultimo, sempre, quello di aiutarci a diventare semplicemente noi stessi.<br />
<br />
Così non è che quando qualcuno arriva nella tua vita debba necessariamente essere il tuo amore folle, o meglio, può anche succedere che lo sia, ma solo se il tuo percorso personale tu l'hai già concluso, se non c'è nient'altro che tu debba comprendere con le tue sole forze, in pratica, solo se l'altro è davvero, intimamente quello di cui hai bisogno.<br />
<br />
Ci sono percorsi di vita che sembrano assolutamente incomprensibili; a volte girano in tondo, altre proseguono forse, ma molto più lentamente di quanto vorresti, e, hai bisogno di qualcuno, di qualcosa, che ti apra gli occhi su te stessa, e, di solito, le persone sbagliate non fanno altro che restituirti l'immagine distorta e sfuocata che hai di te. E tu colpevolizzi loro per tutto questo dolore, almeno fino a quando capisci che l'altro non è niente di più che uno specchio che ti mostra la parte oscura di te, ed è chiaro, che più tu sei completa, realizzata, intera, più la persona che hai davanti sarà quella giusta.<br />
<br />
Non ci sono tempi validi per tutti, non ci sono scadenze, siamo sempre in tempo, sintonizzati sul ritmo che meglio si addice a noi, non ci sono ingiustizie che non apportino un qualsiasi genere di miglioramento. Dobbiamo solo imparare a lasciar andare nel momento in cui ci accorgiamo che una persona, un evento stride con qualcosa che è dentro di noi, rincorrere sempre e solo quello che è sulla nostra lunghezza d'onda.<br />
<br />
La mia vita è piena di addii, alcuni imposti, altri voluti, piena di ultime scene cristallizzate in un tempo che è solo mio, immortalate nel mio personale "per sempre" e, niente potrà scalfirle, resteranno per l'eternità gioia e dolore assoluto, ma io vado oltre, oltre il buio della rassegnazione, lungo un percorso incerto e pieno di paure, ma estremamente luminoso, perchè l'unica speranza che devi avere lungo questa strada è che, attraversandola, un giorno finalmente troverai te stessa, l'unica cosa di cui hai davvero bisogno.Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-73114003853418697682014-03-06T05:11:00.002-08:002014-03-06T05:11:29.821-08:00A un bivio.Angela Barile.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbUit55y96g8aR_5UnWOgs3MGnO9afkPLK6msNMzhEezz7eMm_1HKj6nD9PjPFMnBt8VXIvEKP4JPqSKRmPJbvpq3vG_iWw2zJiPKLG0d9KgjABNBLBvOI-NH6u5m0f5xB3McdOPAeW-Ll/s1600/bivio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbUit55y96g8aR_5UnWOgs3MGnO9afkPLK6msNMzhEezz7eMm_1HKj6nD9PjPFMnBt8VXIvEKP4JPqSKRmPJbvpq3vG_iWw2zJiPKLG0d9KgjABNBLBvOI-NH6u5m0f5xB3McdOPAeW-Ll/s1600/bivio.jpg" /></a></div>
<br />
Vedo segni ovunque, segni che non posso cogliere.<br />
<br />
Non riesco a rassegnarmi all'idea che la crisi, quella economica e politica che stiamo attraversando, ti tagli davvero le gambe. Sono convinta che la nostra vita personale, fortemente legata alle vicende collettive, non possa ridursi solo a questo, penso che almeno la metà della responsabilità sia nostra, e, nel caso specifico, sia mia. Mi aggiro intorno alla mia esistenza come un fantasma, mi affanno nel cercare uno sbocco lavorativo che vada contro tutto quello che ho sempre sognato, in nome di un realismo e un pragmatismo che sia al passo di questi tempi, e, ogni volta, mi vedo sbalzata fuori, come se qualcuno mi dicesse:" Non cercare scuse...non devi accontentarti!" Non so se sia la paura o la mancanza di fiducia a bloccarmi, a costringermi a cercare una via di fuga che ogni volta mi viene puntualmente preclusa. So che potrei agire, nonostante la crisi, nonostante l'epoca nella quale sto vivendo non sia quella della realizzazione, ma non lo faccio, resto lì, ferma, imbalsamata, aspettando qualcosa in cui non credo, e, che per questo non arriverà mai.<br />
<br />
Le parole non scivolano come vorrei, dentro me ci sono muri invalicabili, che ho costruito chissà per quale ragione, probabilmente per proteggermi, ed è più forte il desiderio di sicurezza, più forte la paura, che la voglia di farcela. Non fai solo quello che non vuoi, tante cose ho voluto fortemente nella mia vita e le ho sempre ottenute, per esempio, sono brava ad andar via, a cambiare città, a ricominciare da zero, sembro una persona coraggiosa, intraprendente,e, per alcune cose lo sono. Ma poi mi blocco, non tanto con le parole, che riesco tranquillamente a lasciar fluire girando in tondo, ma con le storie che ho dentro, incapace di metterle sulla carta. Ho avuto tanto tempo a disposizione e ne ho ancora, eppure resto qui, a chiedermi perchè sto sprecando la mia vita nell'intento preciso di essere niente, nella paura insormontabile di diventare qualcuno, o, meglio, semplicemente, me stessa.<br />
<br />
Ci sono vite con percorsi netti, più o meno facili, fatte di lavori e di amori più o meno soddisfacenti, di perdite e di unioni, vite che ti catapultano da qualche parte senza sapere come ci si è arrivati, destini ineluttabili, incomprensibili, a volte tragici, altri benevoli, e poi, ci sono vite come la mia, che non sanno che direzione prendere, che ti accerchiano, con sprazzi di luce che ogni tanto fanno capolino, attraverso loro ti sembra di intravedere qualcosa, ma non sai come si fa a saltare il cerchio, non hai il coraggio di perdere l'equilibrio nemmeno per un secondo. Ci sono vite che tu vedi senza scelta e che, invece, hanno milioni di possibilità, o, forse, solo una, e , quella scelta, sei tu!Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-17084332302560411452014-02-04T08:42:00.001-08:002014-02-04T09:32:55.499-08:00Le lacrime di Nietzsche. Irvin. D. Yalom.Siamo a Vienna nel 1882. Un rinomato medico dell'epoca, Josef Breuer, si ritrova ad acconsentire alla strana richiesta di Lou Salomè, donna molto affascinante e di particolare carisma, lei sostiene che un suo carissimi amico, " un certo Friederick Nietzsche" necessiti di urgenti cure a causa di un malessere debilitante che lo colpisce sia nel corpo che nell'anima: forti emicranie, parziale cecità e manie suicide, secondo la donna, la filosofia tedesca è a repentaglio, perchè quest'uomo è, secondo lei, la grande promessa del futuro.<br />
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Sarà molto difficile convincere Nietzsche ad acconsentire alla cura, e il dottor Breuer alla fine ci riuscirà solo con una serie di articolati stratagemmi.</div>
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Ma Josef Breueer non è un medico come tutti gli altri, è un importante scienziato e, soprattutto il precursore e maestro di Sigmund Freud, a lui si deve il merito di avere applicato un'ancora embrionale metodo psicoanalitico a una sua paziente, Bertha Pappenheim, per curare la sua isteria. E' questa cura che Lou Salomè vuole che venga applicata al suo amico, convinta che i disturbi fisici di Nietzsche siano correlati anche alla sua sfera psicologica ed emotiva.</div>
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Il resto della trama è particolarmente complesso e, delinearla brevemente sarebbe un pò come sminuire questo romanzo, che io ho trovato enormemente profondo e interessante. L'autore, oltre ad essere un notevole scrittore, è anche un famoso psichiatra,e, in queste pagine, oltre ad un indiscusso talento, è, evidentemente presente una competenza precisa e dettagliata, non solo per quanto riguarda la vita dei suoi protagonisti, realmente esistiti e, del resto notissimi, ma anche per l'analisi attenta e pertinente dell'animo umano, prendendo come punto di partenza un uomo decisamente eccezionale come Nietzsche.</div>
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Interessante è il rapporto tra medico e paziente, che piano piano si inverte, ad un certo punto non si capisce bene chi dei due curi l'altro: attraverso questa terapia vengono fuori tutte le debolezze e i dubbi esistenziali di Breuer, ossessionato dalla sua paziente Bertha, con una crisi matrimoniale in atto e con molte incertezze sul suo ruolo di medico, di marito e di padre. Man mano che andiamo avanti nella lettura ci rendiamo conto che paziente e medico non sono poi così diversi,e, questa volta sarà la filosofia di Nietzsche a soccorrere Breuer, e le scoperte personali di uno, questo venirsi incontro in una relazione profonda e esaltante, rappresenteranno una chiave di svolta anche nella vita del filosofo.</div>
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Tante cose mi hanno colpita in questo libro, bellissimi sono i dialoghi serrati tra Breuer e Nietzsche, interessante questo mescolarsi continuo tra realtà e fantasia. L'autore, alla fine del romanzo, ci tiene a precisare, che i due non si sono mai incontrati, eppure ogni dettaglio è tanto pertinente da ritenere naturale immaginare che possa essere accaduto. </div>
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Ci sono dei libri che ci scelgono in particolari momenti della nostra vita, arrivano a noi solo quando siamo in grado di poterli leggere, non avviene spesso, ma per fortuna, a volte, accade. A me è successo così con questo romanzo, l'avevo visto già altre volte in libreria, mi era capitato di accarezzarne la copertina, sfogliarne le pagine, sentirne l'odore, ma solo adesso ho avvertito la necessità di comprarlo e, fidatevi, come tante altre cose nella vita, non è stato un caso!</div>
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Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-39138104260529915642014-01-18T02:25:00.001-08:002014-01-18T06:14:28.044-08:00Ermione.Eccola, ancora una volta, nuda davanti a se stessa.<br />
L'immagine del suo corpo la riempiva, vestita si trovava sempre mille difetti, ma quando era spogliata di tutto, ogni imperfezione le sembrava perfetta: aveva la sensazione che tutto fosse predisposto in lei così come doveva essere, un' immagine generosa senza essere eccessiva, era così che si sentiva, dentro e fuori.<br />
Non solo gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma anche il corpo lo è: le cosce robuste e forti con le quali si era sempre rialzata, la vita che si assottigliava sopra i fianchi torniti, i seni, che da adolescente erano sempre stati il suo cruccio, e che ora le sembrava avessero semplicemente la giusta misura. Tutto in lei sembrava comunicare accoglienza senza essere invadente, il suo pregio maggiore, che a volte però le si ritorceva contro.Con un corpo così, che si sposava alla perfezione con ciò che era dentro, Ermione piaceva sempre a tutti, non era quasi mai successo che qualcuno la evitasse o la eliminasse dalla propria vita, lei era una che restava, una che doveva restare, una donna piacevole, interessante, gradevolmente imbranata, una di quelle persone che chiami se hai un problema, se vuoi essere ascoltato, se vuoi passare una serata a ridere e chiacchierare. A volte Ermione avrebbe voluto essere insopportabile, una di quelle donne con un brutto carattere, così avrebbe saputo che quando qualcuno l'avesse cercata non era certo per avere qualcosa in cambio, ma solo perche' la voglia era stata più forte di tutto il resto.<br />
E invece si ritrovava quel corpo che parlava, che diceva agli altri quello che lei era, ed era così assordante quella voce, che, anche se avesse voluto essere diversa nessuno ci avrebbe creduto mai, anche lei, col tempo se ne era convinta, è un ruolo quel corpo, una specie di destino, e tutte le volte che lei cercava di scostarsene, aveva la sensazione di andare contro natura.<br />
Siamo quello che siamo, non abbiamo altra scelta, l'unica possibilità che ci è concessa è quella di accettarci o continuare a combattere contro noi stesse. Ed Ermione non sapeva far altro che combattere e anche a smettere non sapeva proprio come fare, chissà se anche questa è natura, se anche questo è destino.<br />
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Si guardò negli occhi, attentamente, senza nessun rimprovero.<br />
Intuì che c'erano aspetti di lei che non era ancora pronta a vedere, ma che un giorno sarebbero venuti fuori, che dopotutto non ci conosciamo mai abbastanza, che ci sono cose che accadono e che abbattono tutte le nostre certezze, e, il fatto che non siano ancora accadute non significa che non esistano.<br />
Si può perdere il respiro certe volte, si può perdere il controllo, si può perdere persino quello che credevamo di essere<br />
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<br />Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-35878557424376310362013-10-10T09:01:00.000-07:002013-10-10T09:09:50.001-07:00I miei mantra personali.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvuwgFnKMkQrZZPWHWF6LJdg_1wq4fDmEE_Z5He9fYGyGBEyZhTkBhyhEjfnlxP-RMEkSPAV0b7TXWmzB7UW9k5UXWUCgtsPXFgxX6SJijJ8PQvS7xOtMDTNYcY2SpPP1JB-AikxNPQgL8/s1600/scalata_big.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvuwgFnKMkQrZZPWHWF6LJdg_1wq4fDmEE_Z5He9fYGyGBEyZhTkBhyhEjfnlxP-RMEkSPAV0b7TXWmzB7UW9k5UXWUCgtsPXFgxX6SJijJ8PQvS7xOtMDTNYcY2SpPP1JB-AikxNPQgL8/s320/scalata_big.jpg" width="320" /></a></div>
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Che poi è vero, funziona quasi sempre così, cerchi di seguire una strada, la tua, e , solitamente lo fai andando contro tutto e tutti, spesso incontri qualcuno che ti asseconda, se sei fortunato addirittura qualcuno che ti aiuta, ma difficilmente incontrerai qualcuno che crede in te e, nemmeno te lo devi aspettare dopotutto, chi lo dice che la fiducia, la stima ti siano dovute? Per lo più la forza te la devi dare da sola, devi imparare a gestire i momenti no, non aspettare che passino, che quelli da soli non passano mai, se mai darti da fare, costruire te stessa in modo da renderli quasi innocui, in modo che non ti impediscano di andare avanti.<br />
Smetti di lamentarti, che le lamentele ti peggiorano sempre, attaccati a qualcosa, che so, a qualche passione, ecco si, quello aiuta sempre, perchè qualche volta ci sarà bisogno di estraniarti, di non pensare e una chitarra, una penna, un libro avranno questo potere.<br />
Prova a combattere, ma non come ad un incontro di boxe, ma come ad una partita a scacchi, pondera ogni mossa, mantieni il sangue freddo, prevedi i movimenti dell'avversario e previenili, non pensare alla sconfitta, ma mettila in conto e tieni sempre un piano alternativo, ma non prendere niente troppo sul serio, che la vita è imprevedibile e in un attimo ti trovi in mutande o coperto d'oro.<br />
Prova a superare i tuoi limiti, fai quello di cui hai più paura, goditi le sfide, prendi quello che di bello incontri sulla tua strada, impara dal dolore, ma poi lascialo andare.<br />
Prova a vincere la tua emotività, a spiegarti senza urlare e dare di matto, fai in modo che la tua determinazione e la tua lotta non siano visti come capricci del momento, fà che gli altri ti prendano sul serio, e anche quando tutto ti sembra perduto, tu, mantieni la calma, siediti e rifletti, c'è sempre una strada alternativa che non avevi considerato, riposa un attimo e poi prendila.<br />
Ricomincia.Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-86519897461955616602013-09-12T06:47:00.002-07:002013-09-12T06:47:40.778-07:00I fiori blu. Raymond Queneau.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuNZ58HPucr-zgGGwfLe7ZvYHHru5VbZ3SsHeM9nHjxI_pdu7nDOxUGZhc9vppCzJNNHFgKHDwJV3dGkpzRQqKLwYpmNr67j5I_ZYyVmms5wwi4SkSSqgYvjQcWnLbDHjMLwH_ijOTYW_T/s1600/978880617516MED.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuNZ58HPucr-zgGGwfLe7ZvYHHru5VbZ3SsHeM9nHjxI_pdu7nDOxUGZhc9vppCzJNNHFgKHDwJV3dGkpzRQqKLwYpmNr67j5I_ZYyVmms5wwi4SkSSqgYvjQcWnLbDHjMLwH_ijOTYW_T/s1600/978880617516MED.jpg" /></a></div>
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La prima volta che un libro di Queneau mi è balzato davanti agli occhi è stato più o meno una ventina d'anni fa: mia sorella era stata costretta dal suo insegnante di letteratura francese a studiare<i> Zazie dans le metro</i>, devo ammettere che sia per il suo bassissimo livello di entusiasmo sia per il fatto che il testo fosse in francese (lingua a me sconosciuta!) non ebbi la benchè minima voglia di leggerlo, e, col tempo, sono rimasta piuttosto prevenuta verso l'opera di quest'autore, per anni è finito nel mio dimenticatoio.<br />
Alcune settimane fa qualcuno mi ha parlato de I fiori blu con un certo entusiasmo, e, allora, mi sono detta "Perchè no?Proviamo!"<br />
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L'approccio iniziale con questo libro è stato di puro divertimento: il romanzo ha un linguaggio estremamente originale, basato su neologismi, giochi di parole, che lo rendono complicato all'inizio, ma che finiscono, irrimediabilmente, per incuriosirti; la traduzione in italiano non poteva essere affidata a un semplice traduttore, ci voleva una personalità che avesse un'estrema padronanza sia del francese che dell'italiano, meglio ancora, uno scrittore, come Italo Calvino.<br />
Nella nota del traduttore che c'è alla fine del romanzo, Calvino, spiega, di come le sue iniziali resistenze a cimentarsi in questo lavoro, siano state vinte da una non specificata attrazione che queste pagine esercitavano su di lui: la traduzione non aveva potuto essere fedele all'originale, molte volte alcuni termini, alcune espressioni, erano stati riadattati per risultare piu' comprensibili al lettore italiano, mantenendo però sempre intatti lo stile e il significato originale.<br />
Verrebbe da pensare, quindi, che protagonista assoluto di questo romanzo sia, appunto, il suo linguaggio, a discapito della trama, ma assolutamente non è così, anzi, entrambi si compenetrano,e, le esigenze dell'una corrispondono perfettamente a quelle dell'altro.<br />
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La storia raccontata, come ben si può immaginare, non è assolutamente consueta: parla infatti di due uomini, che, quando si addormentano, sognano l'uno dell'altro, il duca d'Augè che, con salti di 175 anni, vive sempre in epoche diverse, e Cidrolin che vive su una chiatta ,e, come unica occupazione ha di ridipingere la sua staccionata, che viene continuamente imbrattata da un anonimo accusatore.<br />
Chi dei due è il sognatore e chi il sognato?<br />
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Ci sono numerose interpretazioni a proposito. Innanzitutto, la prima cosa che viene fuori a proposito di questi due personaggi è la loro contrapposizione: da una parte c'è il duca d'Augè, continuamente impegnato in nuove avventure, purchè non si tratti di guerre( fa di tutto pur di non partire per una crociata e cerca di svignarsela anche davanti alla rivoluzione francese); dall'altra c'è Cidrolin, una personalità molto più statica e tranquilla, che non fa altro che dormire e bere essenza di finocchio sulla sua chiatta che è ben ormeggiata, un pò come la sua vita.<br />
E' per questo motivo che, a mio parere, l'interpretazione più affascinante è quella psicanalitica, che è accennata anche da Calvino nella sua nota del traduttore: l'attivo duca d'Augè rappresenta l'Es e Cidrolin l'ego " sonnacchioso e pieno di complessi di colpa", e , solo attraverso l'inconscio, che raggiunge la coscienza di se stesso con i sogni, si potrà arrivare all'unico finale possibile, con l'incontro dei due personaggi, che finalmente compiono, insieme, un viaggio dai connotati quasi biblici.<br />
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Credo, infine, che si debba aggiungere qualche altra parola a proposito del titolo.<br />
I fiori blu ritornano due volte soltanto nel romanzo a testimoniare tutto quello che decade e poi rinasce, in entrambi i casi infatti sono associati al fango che rappresenta, appunto, la decadenza.<br />
Lo stesso Queneau spiegò a Calvino che l'espressione francese" i fiori blu" indica ironicamente " le persone romantiche, idealiste, nostalgiche d'una purezza perduta" .<br />
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I fiori blu è un romanzo in cui la storia viene fuori completamente frammentata costringendoci a guardarla con occhi nuovi e disincantati attraverso il sarcasmo dei due protagonisti che rendono ordinari eventi straordinari; esilarante, ad esempio, è il modo in cui viene trattata la guerra, dalle crociate alla rivoluzione francese, non tanto per la violenza dell'atto in se quanto per l'inutilità e la perdita di tempo che sembra rappresentare per il nostro duca, impegnato in ben altre interessanti avventure, una sorta di impedimento al vivere da cui si deve sempre fuggire, proprio come quei fiori blu che nell'immagine finale, ostinatamente, spuntano in mezzo al fango.Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-65186125852591550682013-09-05T03:21:00.000-07:002013-09-05T03:21:42.357-07:00Resti di me. Angela Barile.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBnvj3b-PW66gZDaru5YZzLtRdiemdkJIItPDiZgTUVq88j0qj0Z1Rm77a3ILqBRv9YsSYRkswgAyNZOQDHxiL9HNZnVQ4Jd_zdrbXJfG8RYCHgtWv2SExujzHSi0OUGUVQaLIQhVmBs0Y/s1600/563890_10201154903026635_1505574411_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBnvj3b-PW66gZDaru5YZzLtRdiemdkJIItPDiZgTUVq88j0qj0Z1Rm77a3ILqBRv9YsSYRkswgAyNZOQDHxiL9HNZnVQ4Jd_zdrbXJfG8RYCHgtWv2SExujzHSi0OUGUVQaLIQhVmBs0Y/s320/563890_10201154903026635_1505574411_n.jpg" width="320" /></a></div>
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Eccomi qua, mentre provo a mettere insieme due parole sul mio tempo, sulla personalissima successione che dò agli eventi, sul modo in cui li seleziono e scelgo quali portare via con me e quali, invece, lasciare lungo la strada. Questi mesi sono stati veloci e carichi, non sempre il tempo è così, a volte pesa, sembra quasi che non passi, altre è leggero, hai come la sensazione di non essere riuscita a catturare tutto, di esserti persa qualcosa.<br />
Eppure quello che è importante resta.<br />
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Resta questa città che rincorro da sempre e che, ora è mia, mia perchè la posso guardare tutte le mattine al risveglio, mia, anche quando, mentre porto curricula in giro, mi fa l'occhiolino con un tramonto, lei è lì vera, e, il tempo non la cancella, non è una di quelle cose che può passare.<br />
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Resta tutta la fatica, tutti i mesi passati a chiedermi perchè...e restano le risposte che mi sono data che non valgono per tutti, ma che valgono per me.<br />
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Resta quello che ho visto dalla cima di una montagna a 1800 metri di altezza: la distesa sconfinata di questo mondo visto dall'alto e il cielo che quasi sembrava di starci dentro, ma forse ancora di più resta la salita, un passo dopo l'altro, con la paura, che ogni tanto faceva capolino, di non riuscire a farcela.<br />
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Resta qualcuno, resta anche se non c'è più, sei tu che decidi se farlo restare.<br />
Succede, a volte, che chi scompare resta di più.<br />
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Non resta, invece, la me di prima. A volte mi sembra vederla riaffiorare, ma è solo una specie di sogno, quando allungo le mani per sfiorarla lei scompare.Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-43366685827027783712013-08-31T05:24:00.002-07:002014-07-14T22:39:03.542-07:00I quaderni di Malte Laurids Brigge. Rainer Maria Rilke.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_6HWqKoMmuzM1dm00anDqoC92StW-G0JWg-esykFuznYpaEzSTdqSMniQArdKXeZrwQX5SSVVNDaUeOq9iwP4u9SOnXu8UMvai6cllh6RHlOQtIgxob1wapIBEpy9hiDrb8IlNOxiA0-y/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_6HWqKoMmuzM1dm00anDqoC92StW-G0JWg-esykFuznYpaEzSTdqSMniQArdKXeZrwQX5SSVVNDaUeOq9iwP4u9SOnXu8UMvai6cllh6RHlOQtIgxob1wapIBEpy9hiDrb8IlNOxiA0-y/s1600/images.jpg" /></a></div>
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Ero molto in dubbio se scrivere una recensione su questo libro, mi sembrava un compito piuttosto arduo per molte ragioni. Difficile è, per esempio, identificarlo con un genere letterario preciso: molti critici parlano di romanzo, l'unico di quest'autore, Rainer Maria Rilke, che è, invece, un poeta; eppure questa definizione è, secondo me, non corretta. Il Malte è un testo molto complesso, con una trama non bene identificata: sappiamo solo che il protagonista, Malte Laurids Brigge, danese, appartenente ad una nobile famiglia decaduta, arriva a Parigi e si stabilisce nel quartiere latino. Da questo punto in poi tutto è affidato a impressioni, ricordi, soprattutto del periodo dell'infanzia, legati, questi, in particolare, all'immagine materna, che, viene fuori in tutta la sua dolcezza e profondità.<br />
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La solitudine dell'essere umano, l'incapacità di poter essere se stesso al di fuori dei condizionamenti della società, sono elementi importantissimi in quest'opera, e, rendono questo testo particolarmente significativo. Infatti, Il Malte è stato pubblicato nel 1910 e, porta con sè la crisi del romanzo ottocentesco, lo sgretolamento dell'individuo; l'assenza quasi totale della trama, è, secondo me, la prova di questa indefinitezza, la ricerca continua dell'essere prende il sopravvento su una realtà, che, a parte rari momenti di comunione totale, sembra completamente estranea, all'artista.<br />
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E' chiaro che Malte è un alter ego di Rilke, è della sua estraneità che il poeta parla, è la sua inquietudine che mette in scena, ma, alla fine, è la condizione dell'uomo, in senso oggettivo, che trapela da queste pagine.<br />
Leggendo questo testo mi è tornato alla mente<i> Il libro dell'inquietudine</i> di Pessoa, anche se, il sogno nell'autore portoghese rappresenta ormai l'unica realtà possibile, mentre in Rilke gli eventi, i ricordi restano ancora per essere poi trasfigurati e rappresentati in una realtà che sia al di sopra degli eventi.<br />
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Con la parabola del figliol prodigo, nella parte finale del libro, Rilke rappresenta se stesso: prima l'allontanamento dal mondo, poi, un ritorno al passato, e, infine, un avvicinamento all'amore perfetto, cioè, Dio. E' questa realtà che vive al di sopra delle cose che l'autore cerca, qualcosa che sia libero dalle contingenze della realtà fisica, che ci permetta di accettare con serenità quella che è l'unica vera condizione dell'uomo: la solitudine.<br />
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Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-11597667467078207772013-07-18T10:42:00.004-07:002013-07-18T11:05:29.023-07:00Una donna.Sibilla Aleramo.<div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRHAae9Dg63Gz8bOJ1BIGRP1-na1KElXOaKGq40WPJIkIWNyU335FLJlljbGHHQKkiuV7q7f5GcoHZko7WoIm-ivRyLEUaHSHX5UikzHnQewdYOPg13czd9ygUSXfqAfjcjAQTkYuG5AFf/s1600/arton1995.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRHAae9Dg63Gz8bOJ1BIGRP1-na1KElXOaKGq40WPJIkIWNyU335FLJlljbGHHQKkiuV7q7f5GcoHZko7WoIm-ivRyLEUaHSHX5UikzHnQewdYOPg13czd9ygUSXfqAfjcjAQTkYuG5AFf/s1600/arton1995.jpg" /></a></div>
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E' difficile per me scrivere una recensione di questo romanzo, e, non solo perchè è un classico della letteratura su cui sono stati versati fiumi di inchiostro, ma anche perchè nelle sue pagine mi sono spesso ritrovata per similitudine o per contrasto. Questo potrebbe sembrare quasi paradossale vista l'epoca in cui è stato scritto ( la data di pubblicazione risale al 1906 ) e visto l'argomento trattato, che, in apparenza, è assolutamente estraneo alla società e al luogo nel quale vivo. Eppure, secondo me, questo libro, che poi è una vera e propria autobiografia dell'autrice, non è semplicemente uno dei primi testi femministi usciti in Italia, ma il racconto di come una vita debba essere , innanzitutto, la risposta ad una necessità primordiale che, è, poi, quella di incarnare la nostra essenza più profonda a costo di qualsiasi sacrificio.</div>
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Sibilla Aleramo, racconta la sua vita: da lontano rivede gli anni felici della sua infanzia milanese, il rapporto forte e profondo che ha con suo padre, quello più distaccato con la madre, donna malinconica e amante di poesia, e, ancora, quello con i suoi fratelli e sorelle più piccoli.</div>
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Quando Sibilla ha dodici anni, tutta la famiglia si trasferisce a Civitanova marche, dove il padre dovrà dirigere una fabbrica di bottiglie. Il passaggio da una realtà come Milano a quella di un piccolo paesino del centro Italia è, per la famiglia, abbastanza traumatico, ma Sibilla si adatterà velocemente iniziando a lavorare accanto al suo amato padre. Ad un certo punto, gli eventi precipitano, pian piano il rapporto tra i suoi genitori si deteriora e sua madre si chiude sempre di più in una cupa tristezza che la porterà poi ad un tentativo di suicidio che non avrà buon fine.Quest'evento avrà un forte ascendente su lei, ragazzina : innanzitutto ne risentirà il sentimento di assoluta venerazione nei confronti della figura paterna, che non rivedrà mai più allo stesso modo, e, più avanti, sarà il motore dal quale partiranno le sue scelte future, l'immagine di sua madre, trasportata a letto in un lenzuolo bianco si imprimerà nella sua mente per ritornare con violenza inaudita nelle ultime pagine del romanzo.</div>
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Sibilla subirà uno stupro da parte di un dipendente di suo padre, che, alla fine sposerà. Il matrimonio sembra quasi un modo per dare legittimità ad un atto così atroce, lei non confessa a nessuno la violenza, ma , così, crede, di farsi giustizia da sola, attraverso le nozze.</div>
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E' immediatamente chiaro che marito e moglie non sono assolutamente fatti per stare insieme: lui, rozzo e violento non può capire un animo sensibile e colto come quello della sua compagna. L'unica gioia di questa unione è il figlio, Walter, che sarà il solo faro di questi anni bui. Per tantissimo tempo Sibilla crederà di poter resistere, di poter annullarsi nel suo ruolo di madre, in questo amore sconfinato e inesprimibile che sente per la sua creatura. Ma è a quel punto che l'immagine triste e sconsolata della donna che l'ha messa al mondo farà capolino nella sua memoria, comincerà ad immaginare come sarebbe stato se sua madre, scegliendo la vita, avesse abbandonato lei e i suoi fratelli, e, la risposta che lei, con il suo bagaglio di esperienze, si darà, non potrà che essere quella definitiva e l'unica possibile.</div>
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Sono cariche di sofferenza le pagine in cui lei combatte, divisa, tra il suo ruolo di moglie e di madre e il suo ruolo di donna. Siamo nei primi anni del 900 e le due necessità, all'epoca, non erano assolutamente compatibili: Sibilla si trova davanti ad un bivio e, noi, la vediamo propendere ora per una strada ora per un' altra, fino a che la scelta diventerà quasi obbligata.</div>
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E' a suo figlio che Sibilla scrive. Questo suo primo romanzo è una sorta di confessione fatta a lui, affinchè un giorno possa leggerla, e, a tutti i figli del futuro, ad un mondo nuovo in cui la donna avrà giuridicamente gli stessi diritti di un uomo.</div>
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Il dolore e la forza che convivono nella protagonista sono una delle immagini più belle che io abbia mai colto in un libro, la necessità primordiale che lei sempre ha sentito e contro la quale ha sempre combattuto, si annida fin dalle prime pagine per restituirci , alla fine, una donna sofferente ma vera, una donna che prende coscienza della sua essenza più profonda e la insegue a costo di terribili rinunce.</div>
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Il libro, in passato, non ha avuto la considerazione che avrebbe meritato e la scrittrice se ne doleva: in una lettera, scritta nel 1956 ad Arnoldo Mondadori, Sibilla scrive:"Io ho dinanzi a me il futuro, anche se voi non lo credete."</div>
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Mai nessuna frase fu più profetica.</div>
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Una donna resta ancora oggi a rappresentare tutte le donne del mondo, del passato e del futuro, quelle che, a costo di grandi sacrifici, ce l'hanno fatta, quelle che hanno rinunciato e quelle che sono cadute lungo la strada.</div>
Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2399796611535209285.post-9506525941502533942013-07-04T08:31:00.001-07:002013-07-04T08:31:37.821-07:00Una buona ragione per uccidersi. Philippe Besson.<br />
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Ho intravisto questo libro quasi nascosto sullo scaffale di una grande libreria, il titolo mi ha catturata per la sua immediatezza quasi cruda e indecente, l'ho preso senza pensarci troppo, era uno di quei libri che sembrano aspettarti, l'unica copia a fare capolino tra altre centinaia.<br />
<i>"Una buona ragione per uccidersi"</i> è un romanzo sulla nostra società, sulla difficoltà che hanno gli individui di riconoscersi gli uni negli altri, di come il dolore di qualcuno passi quasi sempre completamente inosservato, coperto dal frastuono e dall'indifferenza che ci circonda.<br />
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Laura e Samuel sono i due protagonisti di questa storia che si svolge in un unico giorno a Los Angeles, il 4 novembre 2008, mentre tutta l'America si appresta ad eleggere il suo primo presidente di colore, eppure nessuno dei due sembra scalfito da questo evento che resta nella storia solo un mero sottofondo: per Laura questo è il giorno in cui si suiciderà, per Samuel il giorno in cui deve seppellire suo figlio. I due non si conoscono, fino a quando le loro vite si incontreranno.<br />
Sono i dettagli ad essere raccontati in questo romanzo, il fatto che tutto avvenga in un solo giorno riesce a conferire ad ogni gesto un'importanza e una fatica che in un tempo più lungo non sarebbero venuti fuori così bene: l'importanza e la fatica di vivere.<br />
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Non puoi smetterlo di leggere questo libro, lo divori e ti divora: l'inconsolabile rassegnazione senza speranza di Laura, il dolore innaturale di Samuel diventano tuoi in queste pagine e ti sembra quasi di provarli sulla tua pelle o, comunque, in qualche modo, di condividerli, e, ad un certo punto, ti ritrovi a pensare che forse è vero, Laura non ha scelta e che il futuro che spetta a Samuel non ha quasi importanza, riecheggiano nella mia testa le sue parole<i> oggi non ci sono più figli. E' il padre orfano. Il padre senza discendenza</i>.<br />
Eppure nei due protagonisti, così vicini alla morte in questo giorno, cogli il vero senso della vita: in ogni loro gesto, in ogni loro pensiero c'è l'essenziale; mentre il resto del mondo spera, festeggia, si entusiasma, la vita è tutta lì su quella panchina ai piedi dell'oceano, in quell'incontro che sarebbe potuto avvenire o che forse avviene.<br />
<br />Angelahttp://www.blogger.com/profile/11160469819915725007noreply@blogger.com0