...sono le passioni che ti salvano quando tutto intorno sembra crollare, solo attraverso loro sei vivo...
giovedì 1 marzo 2012
Fai bei sogni. Massimo Gramellini.
1 marzo 2012. Stamattina alle nove ero già davanti alla mia libreria preferita ad aspettare che aprisse.
Volevo leggerlo questo libro il prima possibile, mossa da una necessità primordiale a cui non sapevo bene quale nome dare. Non è strana quest'immagine per chi mi conosce: la mia passione per la lettura è cosa ben nota. Eppure questa volta non è stata solo la passione a portarmi lì davanti, ma una specie di voce interiore, quelle che nella vita ogni tanto ci parlano e che qualche volta siamo portati ad ascoltare.
Il libro era ancora imballato nella sua scatola, ho dovuto gentilmente chiedere di aprirla , ed eccolo finalmente l'oggetto sconosciuto che aveva mosso "il mio viaggio", pronto per me.
Ho odorato a lungo il profumo delle pagine, lo faccio sempre prima di cominciare a leggere un libro, è l'anticamera della lettura per me, un modo per entrare in sintonia con la storia che da lì a pochi minuti mi inonderà. Poi ho cominciato.
Sono le 18 e 34 adesso, tanto ci è voluto perchè finissi il romanzo, una manciata di ore che non senti passare, come quelle degli innamorati, che quasi non hanno una dimensione temporale, slegate da tutto quello che è la concretezza della vita.
Il libro è molto più autobiografico di quanto pensassi, me ne sono resa conto solo alla fine: la storia di un bimbo che combatte per tutta la vita il trauma della morte di sua madre, e anche se il bimbo cresce, capitolo dopo capitolo, è ancora un bambino quello che, a piedi nudi sul tappeto,combatte contro il suo Belfagor, arrendendosi infine all'amore e al perdono, diventando in quel momento adulto.
Non mi sento di fare una recensione di questo romanzo, come spesso faccio per altri libri.
Queste pagine sono state per me qualcosa di molto più personale perchè io possa recensirle: non sono orfana come Gramellini, non ho perso mia madre durante l' infanzia, ma ho perso me stessa, questo è sicuro; anche adesso mentre scrivo non sono certa di essermi ritrovata del tutto, ho perso i miei sogni, per orgoglio soprattutto credo, ogni scelta della mia vita mi ha portata sempre più lontana da essi, dicevo a tutti che volevo combattere per loro, ma in pratica me ne allontanavo, credevo di punire la mia famiglia in questo modo, ma in realtà ho finito per punire me stessa.
Si può perdere qualcuno, a volte, anche se continua a vivere, anche se abiti e condividi con lui le tue giornate: è quello che ho fatto io, li ho persi, forse perchè in un momento imprecisato della mia prima infanzia non mi sono sentita accettata e così ho preferito farmi artefice di questa lontananza e ho cominciato a crearla io. In questo gioco al massacro ho permesso all'orgoglio e al capriccio di gestire i fili della mia vita e così ho finito per scegliere gli studi sbagliati, le città sbagliate e gli uomini sbagliati, tutto quello che ho fatto non ha corrisposto mai alla vera me, ma solo all'immagine che avevo costruito.
In queste pagine ho ritrovato anche il mio Belfagor, ma soprattutto ho sentito che in certe frasi lui perdeva un pò di potere, che certi veli si scostavano di tanto in tanto per scoprire una donna che non fosse più bambina, e ho pensato a tutti i romanzi non finiti che riposano tramortiti nella memoria del mio computer, a quanto essi possano essere stati il tentativo disperato di un'anima che ha bisogno di spogliarsi per poter diventare niente di più di quello che è davvero.
martedì 31 gennaio 2012
Mr Gwyn. Alessandro Baricco.
Londra. Mr Gwyn, scrittore piuttosto conosciuto, decide di smettere di scrivere.
E' da qui che parte la storia di Baricco: dalla crisi "mistica" di uno scrittore che non trova più in quello che fa la " sua forma " e non è semplicemente di stile che stiamo parlando, per forma si intende l'espressione più vera e più intima dell'essere umano.
Il dono di Mr Gwyn, viene più volte ripetuto nel libro, è quello di leggere l'anima, di descrivere i propri personaggi, calandosi nelle loro menti ed esprimendo in modo esatto quello che in realtà essi pensano.
E' così che dopo una profonda meditazione e una scrupolosa pianificazione decide di fare il "copista", di scrivere ritratti , tutto sembra, all'inizio, assolutamente paradossale, eppure è l'unico modo in cui Mr Gwyn può continuare a fare il suo lavoro.
Ancora una volta Baricco ci trasporta in un mondo magico dove la realtà si mischia con la natura più profonda dell'essere umano: i personaggi che verranno fuori in questo percorso, conservano una concretezza spirituale che va al di là di ogni immaginazione: il suo manager e amico Tom,la vecchietta incontrata all'ospedale che diventa per Mr Gwyn una specie di mentore, la ragazza un pò grassottella che gli fa da assistente in questo suo nuovo percorso lavorativo, che mano a mano che il libro va avanti, diventa una vera e propria ricerca dell'essenza profonda dei suoi personaggi e di se stesso, e, infine l'artigiano delle lampade, l'artista delle luci che nel libro servono a scandire il tempo.
Così questo libro diventa, man mano, l'unico modo in cui questi personaggi hanno per svelarsi a se stessi e al mondo, un ritratto vero e profondo della poesia che abita in ogni essere umano.
E' da qui che parte la storia di Baricco: dalla crisi "mistica" di uno scrittore che non trova più in quello che fa la " sua forma " e non è semplicemente di stile che stiamo parlando, per forma si intende l'espressione più vera e più intima dell'essere umano.
Il dono di Mr Gwyn, viene più volte ripetuto nel libro, è quello di leggere l'anima, di descrivere i propri personaggi, calandosi nelle loro menti ed esprimendo in modo esatto quello che in realtà essi pensano.
E' così che dopo una profonda meditazione e una scrupolosa pianificazione decide di fare il "copista", di scrivere ritratti , tutto sembra, all'inizio, assolutamente paradossale, eppure è l'unico modo in cui Mr Gwyn può continuare a fare il suo lavoro.
Ancora una volta Baricco ci trasporta in un mondo magico dove la realtà si mischia con la natura più profonda dell'essere umano: i personaggi che verranno fuori in questo percorso, conservano una concretezza spirituale che va al di là di ogni immaginazione: il suo manager e amico Tom,la vecchietta incontrata all'ospedale che diventa per Mr Gwyn una specie di mentore, la ragazza un pò grassottella che gli fa da assistente in questo suo nuovo percorso lavorativo, che mano a mano che il libro va avanti, diventa una vera e propria ricerca dell'essenza profonda dei suoi personaggi e di se stesso, e, infine l'artigiano delle lampade, l'artista delle luci che nel libro servono a scandire il tempo.
Così questo libro diventa, man mano, l'unico modo in cui questi personaggi hanno per svelarsi a se stessi e al mondo, un ritratto vero e profondo della poesia che abita in ogni essere umano.
mercoledì 9 novembre 2011
L'Italia s'è desta? Avrei i miei dubbi. Angela Barile.
Ecco l'Italia, mi verrebbe da dire oggi. Eccolo questo paese allo sbando, che spera in una ripresa, un paese che gioisce oggi per un evento secondo me auspicabile, ma che le persone intelligenti sanno non essere la soluzione dei problemi di casa nostra.
Sembra proprio che Silvio Berlusconi tra qualche giorno rassegnerà le dimissioni da Presidente del Consiglio, col giubilo della maggioranza degli Italiani, almeno così sembra.
Berlusconi, a parer mio, è un uomo di pessima moralità, un'arrivista, un calcolatore, una vera e propria vergogna essere rappresentati da lui nel mondo, ma credo anche che non sia lui la causa dei problemi dell'Italia, egli ha solo peggiorato visivamente e concretamente, una situazione preesistente a dir poco disastrosa. Non credo che con la sua uscita di scena il paese si risolleverà, "onestamente", e sottolineo questa parola perchè nel contesto assume valore fondamentale, nessun uomo nel panorama politico italiano, potrebbe risollevarci; chi ci rappresenta è lo specchio di quello che siamo e chi ha permesso a Berlusconi di governare per circa 20 anni è l'italiano medio, che nonostante la disfatta berlusconiana continua ad esistere.
Ricredersi sulla propria scelta politica quasi mai significa diventare migliore, l'essenza rimane; semplicemente nel momento in cui il tornaconto sperato non arriva, si critica quello che un tempo si riteneva giusto.
E direi che gli Italiani sono specializzati nel voltagabbana, la storia di questo paese ce lo insegna: non starò qui a dilungarmi sui numerosi esempi che potrei fare a proposito, ma sono sicura che molti di voi penseranno a come "gli ex fascisti" si scagliarono sui corpi di Benito Mussolini e Claretta Petacci, ormai cadaveri, o a come, per necessità, il popolo italiano si adeguasse alle varie dominazioni straniere: francesi, austriaci o spagnoli che fossero.
I secoli non sono riusciti a cambiarci, e probabilmente non ci cambieranno mai, il presente ce lo dimostra ogni giorno di più. Chi oggi gioisce per le imminenti dimissioni berlusconiane è un voltagabbana o un'ingenuo, non c'è da essere troppo felici, anche se, personalmente credo che essere governati ancora da lui, sarebbe stato, a dir poco controproducente per questo paese, che ha già una credibilità pari a zero a livello mondiale.
Io personalmente mi accontenterei di un presidente senza scheletri nell'armadio, senza procedimenti giudiziari in sospeso, qualcuno senza legami di connivenza con la mafia o la camorra, un uomo onesto, che onestamente faccia il suo lavoro.
Ma sinceramente, e nel modo più imparziale possibile, credete davvero che esista un uomo così in questo paese?
Sembra proprio che Silvio Berlusconi tra qualche giorno rassegnerà le dimissioni da Presidente del Consiglio, col giubilo della maggioranza degli Italiani, almeno così sembra.
Berlusconi, a parer mio, è un uomo di pessima moralità, un'arrivista, un calcolatore, una vera e propria vergogna essere rappresentati da lui nel mondo, ma credo anche che non sia lui la causa dei problemi dell'Italia, egli ha solo peggiorato visivamente e concretamente, una situazione preesistente a dir poco disastrosa. Non credo che con la sua uscita di scena il paese si risolleverà, "onestamente", e sottolineo questa parola perchè nel contesto assume valore fondamentale, nessun uomo nel panorama politico italiano, potrebbe risollevarci; chi ci rappresenta è lo specchio di quello che siamo e chi ha permesso a Berlusconi di governare per circa 20 anni è l'italiano medio, che nonostante la disfatta berlusconiana continua ad esistere.
Ricredersi sulla propria scelta politica quasi mai significa diventare migliore, l'essenza rimane; semplicemente nel momento in cui il tornaconto sperato non arriva, si critica quello che un tempo si riteneva giusto.
E direi che gli Italiani sono specializzati nel voltagabbana, la storia di questo paese ce lo insegna: non starò qui a dilungarmi sui numerosi esempi che potrei fare a proposito, ma sono sicura che molti di voi penseranno a come "gli ex fascisti" si scagliarono sui corpi di Benito Mussolini e Claretta Petacci, ormai cadaveri, o a come, per necessità, il popolo italiano si adeguasse alle varie dominazioni straniere: francesi, austriaci o spagnoli che fossero.
I secoli non sono riusciti a cambiarci, e probabilmente non ci cambieranno mai, il presente ce lo dimostra ogni giorno di più. Chi oggi gioisce per le imminenti dimissioni berlusconiane è un voltagabbana o un'ingenuo, non c'è da essere troppo felici, anche se, personalmente credo che essere governati ancora da lui, sarebbe stato, a dir poco controproducente per questo paese, che ha già una credibilità pari a zero a livello mondiale.
Io personalmente mi accontenterei di un presidente senza scheletri nell'armadio, senza procedimenti giudiziari in sospeso, qualcuno senza legami di connivenza con la mafia o la camorra, un uomo onesto, che onestamente faccia il suo lavoro.
Ma sinceramente, e nel modo più imparziale possibile, credete davvero che esista un uomo così in questo paese?
martedì 25 ottobre 2011
In mezzo alle nuvole. Angela Barile.
A cosa somiglia questo cielo plumbeo?Notoriamente verrebbe da associarlo a qualcosa di triste, ma per me non è così oggi: semplicemente queste nuvole grigie coprono momentaneamente un cielo meravigliosamente blu, sono passeggere ecco, fra qualche ora, al massimo fra qualche giorno scompariranno, mentre il cielo, bè, quello non scomparirà mai, sarà ben visibile in alcuni giorni, meno in altri, coperto da nuvole,avvolto da nebbie, bagnato dalla pioggia o gelido di neve, ci sovrasterà sempre messo lì in alto, tanto più in alto di noi.
Da bambina mi aveva sempre affascinato il mito di Atlante, questo gigante buono che con le sue braccia possenti sosteneva il cielo, a volte lo immaginavo, in un posto imprecisato sulla terra, a tenere insieme tutta questa immensità, con fatica e dedizione, eppure chissà quanta gioia doveva dargli la possibilità di essere così vicino alla volta celeste, sebbene a volte il suo corpo fosse circondato da nuvole, foschie e sebbene lassù certi giorni facesse davvero freddo.
La vicinanza al cielo ci sorprende sempre, anche chi è abituato a prendere spesso l'aereo resta sempre soggiogato da tanta immensità, perchè a volte ci si può camminare dentro a questo cielo e sentirsi al sicuro nonostante le nuvole e nonostante la nebbia, vedere il sole che illumina e abbaglia, guardarlo sorgere o tramontare con la consapevolezza che ritornerà e andrà via ancora ma non scomparirà mai.
Tutto è mutevole nella nostra vita, tutto passa e tutto torna, tranne il cielo e il sole, essi sono solo coperti anche nelle tempeste peggiori, anche nelle notti più nere, dobbiamo solo cercare di non abituare i nostri occhi all'oscurità, per avere il coraggio poi di osservare bene tutto quel blu e tutta quella luce, essere come Atlante che continua a goderne nonostante certi giorni ci sia davvero troppa foschia.
Da bambina mi aveva sempre affascinato il mito di Atlante, questo gigante buono che con le sue braccia possenti sosteneva il cielo, a volte lo immaginavo, in un posto imprecisato sulla terra, a tenere insieme tutta questa immensità, con fatica e dedizione, eppure chissà quanta gioia doveva dargli la possibilità di essere così vicino alla volta celeste, sebbene a volte il suo corpo fosse circondato da nuvole, foschie e sebbene lassù certi giorni facesse davvero freddo.
La vicinanza al cielo ci sorprende sempre, anche chi è abituato a prendere spesso l'aereo resta sempre soggiogato da tanta immensità, perchè a volte ci si può camminare dentro a questo cielo e sentirsi al sicuro nonostante le nuvole e nonostante la nebbia, vedere il sole che illumina e abbaglia, guardarlo sorgere o tramontare con la consapevolezza che ritornerà e andrà via ancora ma non scomparirà mai.
Tutto è mutevole nella nostra vita, tutto passa e tutto torna, tranne il cielo e il sole, essi sono solo coperti anche nelle tempeste peggiori, anche nelle notti più nere, dobbiamo solo cercare di non abituare i nostri occhi all'oscurità, per avere il coraggio poi di osservare bene tutto quel blu e tutta quella luce, essere come Atlante che continua a goderne nonostante certi giorni ci sia davvero troppa foschia.
sabato 8 ottobre 2011
La vita immaginata. Angela Barile.
" La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla." G.G.M.
Se provo a guardarmi indietro dopo tanto tempo quello che mi appare è sempre sfuggevole e lontano come se la persona che abita i miei ricordi fosse uno strano essere a metà tra qualcosa che ho già conosciuto e qualcuno che non conosco ancora. Se provo adesso a ricordare quello che è già stato le immagini sembrano rincorrersi e sovrapporsi l'una all'altra così che è quasi impossibile distinguere la cronologia degli eventi, come se il loro tempo fosse sempre il presente, come se la persona che oggi sono fosse insieme quella che sono stata e quella che sarò.
Provo a mettere ordine in questo turbinio di sensazioni e la prima immagine che riesco a recuperare sono le verdi montagne di un paesino arroccato ai piedi di un castello, il castello in realtà è solo un rudere ma nei miei ricordi di bambina è proprio come quello delle favole, maestoso e magico, circondato da draghi che proteggono i suoi abitanti; la nebbia avvolge il panorama che si vede dall'alto, ma nei giorni di sole lo spettacolo è incantevole, quasi al di fuori del tempo e dello spazio.
Quando ero piccola mi arrampicavo su lungo un sentiero scavato nella montagna e mi sembrava di essere una coraggiosa avventuriera, come i cavalieri e le dame dei libri che leggevo.
Ci sono tornata da poco, questa volta in macchina, e nonostante l'evidente degrado del tempo che passa e dell'incuria, i miei occhi l'hanno visto ancora una volta come era allora, solido e imponente. Dalla terrazza si vedeva l'immensa distesa di verde e si distinguevano le strade e le case del paesino, intorno l'immensa pianura che d'inverno si riempie d'acqua e si trasforma in un lago.
Tutta questa magia mi ha commossa, era come se in qualche modo la mia vita reale e quella immaginaria avessero trovato un compromesso e tutto era successo lì davanti ai miei occhi, le montagne, le mura del castello, le casette in lontananza erano reali come non mai, la dimostrazione che quella bambina che mi porto dentro è esistita davvero e non è solo il frutto dei miei ricordi malati. In quel momento è come se io, quella che sono io oggi intendo, avessi colonizzato quel luogo che avevo dentro, come se lo avessi riconosciuto nella realtà e non solo nella mia immaginazione.
Per alcuni è molto difficile distinguere gli avvenimenti reali da quelli solo sognati o immaginati, esistono persone che per motivi diversi tendono a costruirsi una specie di mondo parallelo; non parlo di persone affette da disturbi psichici, ma di gente assolutamente sana, che trova nella propria fantasia un rifugio sicuro, rifugio che non è in grado di vedere nella vita reale; per queste persone i ricordi spesso si sovrappongono l'uno all'altro, quelli reali si mescolano con quelli immaginari così tanto da diventare una sola cosa, tanto da non riuscire a distinguerli: la vita non è per loro una somma cronologica di eventi con relative emozioni, è piuttosto il modo in cui quegli eventi si ricordano, come la mente li ha elaborati perchè corrispondessero veramente alla persona a cui appartengono.
Ecco io sono una di questi irriducibili sognatori, ho passato una vita a vergognarmi della mia incapacità di distinguere la realtà dall'immaginazione, mi sono spesso rimproverata del modo in cui ho trasformato il mio passato così tanto che tutti gli eventi che ricordo sono per metà veri e per metà immaginari, così tanto da non riuscire a ricordare quale è la versione più vicina alla verità. E poi eccomi davanti a questo paesaggio, i seni verdi delle montagne , i ruderi di questo castello sono lì a testimoniare la realtà di quei luoghi; persino l'incuria del tempo in qualche modo dimostra che essi sono più veri di qualsiasi mio sogno, nella mia mente continuano a vivere draghi e principesse e potrei inventare tutte le vite del mondo in quel castello e non potrebbero essere meno vere del castello stesso perchè sono vere nella mia mente.
Oggi so che la mia immaginazione non è una maledizione ma un dono che devo preservare, so che tutto quello che è accaduto è accaduto perchè io potessi allenarmi a sognare, a costruire, a restaurare castelli e a riempirli di infiniti personaggi, continuando, nonostante tutto, a vivere la mia vita in questo mondo, ricordarla a modo mio eppure viverla per davvero.
venerdì 5 agosto 2011
Le cose che salvo. Angela Barile.
Chiudo gli occhi in questa notte calda che risuona di parole e di gemiti lontani, resto a guardare questo vuoto che somiglia sempre di più ad uno spazio da riempire e penso a cosa vorrei portarmi dietro in questa specie di trasloco.
Tra le cose che salvo c'è la mia nipotina, il suo sorriso magico che lava tutti i dolori, il suo corpicino minuscolo tenuto tra le braccia in una notte di Natale, l'amore incondizionato che sprigiona da ogni parte del suo corpo.
Tra le cose che salvo c'è questa città che a volte sa essere dura e indifferente, ma che t'incanta con tutta la sua antica bellezza, che lascia che la tua vita scorra così come scorre il fiume che la attraversa; questa città fatta di comici e di " C " strascicate, di turisti accalcati che la ricoprono tutta, di battute in sordina taglienti e bislacche.
Tra le cose che salvo ci sono le mie amiche, le parole che ti dicono quando stai male, le stesse che dirai tu a loro, la forza nel restarmi accanto quando non sapevo nemmeno più chi ero, la pazienza di sopravvivere insieme in mezzo a tutte le cose che non capiamo, a tutte le volte che abbiamo preferito non ricordare chi eravamo....perchè spegnersi, di tanto in tanto è l'unica soluzione
Tra le cose che salvo ci sono i miei libri, le loro parole, che mi hanno guarita da molte ferite, gli infiniti personaggi che ho sentito attraversarmi la pelle, l'odore delle pagine, diverso a seconda del tipo di carta e di stampa, le lacrime e i sorrisi che mi hanno strappato nelle mie notti senza sonno.
La musica, tutta. E certe canzoni scoperte per caso tra i cappelli del mio negozio, quelle allegre e soprattutto quelle tristi, perchè in certi momenti non ho avuto la forza per essere felice e la tristezza di alcune note e di alcune parole era l'unica cosa che riuscissi a sopportare.
Tra le cose che salvo ci sono tutte le mie nuove consapevolezze. A differenza di tutto il resto, queste non sono state un dono ma una conquista, vengono dal dolore, dall'indifferenza, dai silenzi, dalle bugie, da tutte le cose che non salverei mai di quest'anno, un parodosso vero?
E poi c'è la mia famiglia, che ha saputo soccorrere in silenzio la figlia più complicata che si potesse avere.
Tra le cose che salvo c'è la mia nipotina, il suo sorriso magico che lava tutti i dolori, il suo corpicino minuscolo tenuto tra le braccia in una notte di Natale, l'amore incondizionato che sprigiona da ogni parte del suo corpo.
Tra le cose che salvo c'è questa città che a volte sa essere dura e indifferente, ma che t'incanta con tutta la sua antica bellezza, che lascia che la tua vita scorra così come scorre il fiume che la attraversa; questa città fatta di comici e di " C " strascicate, di turisti accalcati che la ricoprono tutta, di battute in sordina taglienti e bislacche.
Tra le cose che salvo ci sono le mie amiche, le parole che ti dicono quando stai male, le stesse che dirai tu a loro, la forza nel restarmi accanto quando non sapevo nemmeno più chi ero, la pazienza di sopravvivere insieme in mezzo a tutte le cose che non capiamo, a tutte le volte che abbiamo preferito non ricordare chi eravamo....perchè spegnersi, di tanto in tanto è l'unica soluzione
Tra le cose che salvo ci sono i miei libri, le loro parole, che mi hanno guarita da molte ferite, gli infiniti personaggi che ho sentito attraversarmi la pelle, l'odore delle pagine, diverso a seconda del tipo di carta e di stampa, le lacrime e i sorrisi che mi hanno strappato nelle mie notti senza sonno.
La musica, tutta. E certe canzoni scoperte per caso tra i cappelli del mio negozio, quelle allegre e soprattutto quelle tristi, perchè in certi momenti non ho avuto la forza per essere felice e la tristezza di alcune note e di alcune parole era l'unica cosa che riuscissi a sopportare.
Tra le cose che salvo ci sono tutte le mie nuove consapevolezze. A differenza di tutto il resto, queste non sono state un dono ma una conquista, vengono dal dolore, dall'indifferenza, dai silenzi, dalle bugie, da tutte le cose che non salverei mai di quest'anno, un parodosso vero?
E poi c'è la mia famiglia, che ha saputo soccorrere in silenzio la figlia più complicata che si potesse avere.
martedì 26 luglio 2011
Stralcio di giudizio personalissimo e molto poco tecnico su questo paese. Angela Barile
E' quasi tempo di ferie,e, come sempre, tempo di bilanci. Non certo della mia vita privata, per quello ho avuto a disposizione un anno di post e di canzoni con tanto di commenti, direi che non vi ho nascosto (quasi ) nulla.
Piuttosto mi piacerebbe, una volta tanto, parlare di quello che accade intorno a noi, piuttosto che dentro.
I Maya hanno previsto la fine del mondo nel 2012: non credo che questo avverrà secondo il senso che noi diamo alla fine del mondo, penso, però che quello che sta accadendo è quanto di più drammatico potesse capitarci.
Io ho 33 anni, appartengo a quella generazione di persone, figlia di uomini e donne nati dopo la seconda guerra mondiale, cresciuti in un'epoca di risveglio culturale e di apparente benessere, genitori che erano giovani nel '68, madri che appartengono a quella generazione di donne, che per prime, ha scoperto le gambe, padri ,svestiti ormai del ruolo di padroni.
I nostri genitori ci hanno insegnato a sognare, perchè quando eravamo piccoli, negli anni '80, tutto sembrava possibile: io, come tanti altri, ero sicura che avrei fatto tutto quello che avessi desiderato.
Ed eccoci adesso noi, giovani disillusi, eccoci con le nostre pene e le nostre rinunce, eccoci governati da un uomo che dà più l'idea di un "magnaccia" d'alto bordo che di un presidente del consiglio, un uomo che quei genitori e quei figli hanno votato con più o meno coscienza, un uomo, che, nonostante i vari scandali e i voti sfavorevoli, anche quest'anno ci governa.
Dopotutto ho sempre pensato che Silvio Berlusconi fosse lo specchio di questo paese, solo in questo ultimo anno, probabilmente, ha cominciato a fare capolino l'idea che quest'uomo, in realtà, poco ci rappresenta.
Amo l'Italia, ogni volta in cui mi sono trovata davanti alla scelta di lasciarla, mi sono tirata indietro, nonostante tutto non riesco a pensare di vivere in un posto diverso; eppure ho poca fiducia in questo paese in cui il miglior passatempo è annullarsi davanti al televisore a guardare i vari Misseri e Parolisi, a sognare guardando "un tronista" che scieglie una corteggiatrice, a seguire un gruppo di ragazzi, definiti "tamarri" che parlando di Piazza della Signoria, mentre erano in viaggio a Firenze, hanno commentato : "bella piazza, piena di uomini nudi..." riferendosi alle statue della Loggia e alla copia del David davanti a Palazzo Vecchio.
Ecco, questo è più o meno il riassunto dell'anno televivo italiano, è quello a cui la maggiornaza degli abitanti del mio paese si interessa, a volte in modo assolutamente malato: vorrei ricordare, che lo scorso autunno, durante le indagini per l'omicidio di Sara Scazzi, molte persone, provenienti da tutto il sud Italia, facevano una sorta di pellegrinaggio verso la casa dell'assassino, senza nemmeno pensare di andare a pregare sulla tomba della povera Sara.
Non mi voglio avventurare in disquisizioni sociologiche a riguardo, non sarei in grado e non mi sembra nemmeno il caso, riporto semplicemente questi avvenimenti perchè, dopo tutto fanno parte del bilancio di quest'anno, anche se, personalmente, ad incuriosirmi di più è l'interesse mediatico che hanno avuto.
Qualcuno potrebbe pensare che, evidentemente, nessun altro caso eclatante accadeva nel nostro paese,e che la gente per distrarsi utilizzasse questi eventi: vorrei ricordare che questo è stato l'anno di numerosi scandali politici, e non mi riferisco solo al nostro Presidente del consiglio che " si trastullava " con le minorenni, ma ad una situazione molto più complessa, sfociata, in Italia, con i referendum del 12 giugno.
Credevo io, e a crederlo erano in molti, che questi referendum potessero avere un significato ben più profondo rispetto alle questioni che ponevano, credevo che quel Si urlato ai quattro quesiti fosse un vero e proprio urlo di indignazione per la direzione che il nostro paese stava prendendo, e, in effetti, è stato sicuramente così, peccato che qualcuno abbia finto che niente sia mai successo, sorvolando sull'accaduto e continuando a fare i propri porci comodi (ogni riferimento non è puramente casuale!).
Pochi giorni prima di questo referendum c'erano state le elzioni per alcuni comuni e province, tra i comuni interessati spiccavano Milano e Napoli: ora che a Napoli abbia vinto De Magistris, rappresentante di un partito di sinistra, potrebbe anche essere piuttosto logico, non solo perchè il governo precedente della città era già di sinistra, ma anche perchè l'altro candidato a sindaco, Lettieri, era in pratica, un prestanome della camorra, e non credo ci fossero molti dubbi su chi avrebbe vinto; il dato importante, a mio parere, è stato Milano, storico forte del Berlusconismo, dove Pisapia ha battuto la Moratti, facendo perdere al Pdl una delle più importanti città italiane.
Anche questo evento, a parte i giorni a ridosso delle elezioni, ha avuto poca eco nelle reti televisive, se non in programmi specializzati, satirici e non e sul web.
A tutto questo è stata preferita la saga di Parolisi, presunto colpevole dell'omicidio di sua moglie.
Altro evento degli ultimi giorni è la strage norvegese, ad opera di un tale Anders Breivik, trentaduenne, che ha sparato e ucciso più di novanta persone ad un raduno di giovani laburisti sull'isola di Utoya, all'inizio si era pensato al terrorismo islamico, e , di sicuro questa pista avrebbe " tranquillizzato ", molti, si sa " gli arabi sono strani "; il fatto invece che a compiere un massacro del genere sia stato un ragazzo, "un occidentale" come tanti ha creato ancora più sgomento e panico, anche se, di sicuro, per le famiglie delle vittime non ha cambiato l'elemento significante: la morte di un proprio caro.
Chiaramente si è fatto subito sentire il cordoglio dei vari Stati, tra cui anche quello dell'Italia: vorrei evidenziare qui due opinioni, che danno i brividi quasi quanto la strage in se per se: Feltri nel suo editoriale si chiede come sia possibile che i 500 giovani presenti sull’isola di Utoya non siano riusciti a fermare la carneficina. Potevano lanciarsi sull’attentatore cosicché “alcuni di sicuro sarebbero stati abbattuti ma non tutti”. Insomma, secondo Feltri, il problema è che ciascuno ha pensato “a salvare se stesso illudendosi di spuntarla”.
L'altra è invece un' affermazione di Borghezio, leghista e parlamentare europeo, che afferma che, dopotutto le idee che hanno ispirato questo gesto sono assolutamente valide, è solo il risultato a non esserlo.
Ho riportato questo evento e queste opinioni di un giornalista e un politico italiano, non perchè rappresentino l'idea del paese, anzi, se mai per evidenziare quanta distanza ci sia al momento tra gli italiani e la nostra classe politica, per evidenziare quanto la solita dicotomia comunisti e fascisti sia ormai obsoleta in questo paese, si tratta tutt'al più di coscienza: alcune persone ne sono completamente sprovviste.
Mi scuso per la mia imprecisione, non sono abituata a parlare di queste cose, la mia è solo un'opinione assolutamente personale e non condivisibile.
Buone ferie a tutti.
Piuttosto mi piacerebbe, una volta tanto, parlare di quello che accade intorno a noi, piuttosto che dentro.
I Maya hanno previsto la fine del mondo nel 2012: non credo che questo avverrà secondo il senso che noi diamo alla fine del mondo, penso, però che quello che sta accadendo è quanto di più drammatico potesse capitarci.
Io ho 33 anni, appartengo a quella generazione di persone, figlia di uomini e donne nati dopo la seconda guerra mondiale, cresciuti in un'epoca di risveglio culturale e di apparente benessere, genitori che erano giovani nel '68, madri che appartengono a quella generazione di donne, che per prime, ha scoperto le gambe, padri ,svestiti ormai del ruolo di padroni.
I nostri genitori ci hanno insegnato a sognare, perchè quando eravamo piccoli, negli anni '80, tutto sembrava possibile: io, come tanti altri, ero sicura che avrei fatto tutto quello che avessi desiderato.
Ed eccoci adesso noi, giovani disillusi, eccoci con le nostre pene e le nostre rinunce, eccoci governati da un uomo che dà più l'idea di un "magnaccia" d'alto bordo che di un presidente del consiglio, un uomo che quei genitori e quei figli hanno votato con più o meno coscienza, un uomo, che, nonostante i vari scandali e i voti sfavorevoli, anche quest'anno ci governa.
Dopotutto ho sempre pensato che Silvio Berlusconi fosse lo specchio di questo paese, solo in questo ultimo anno, probabilmente, ha cominciato a fare capolino l'idea che quest'uomo, in realtà, poco ci rappresenta.
Amo l'Italia, ogni volta in cui mi sono trovata davanti alla scelta di lasciarla, mi sono tirata indietro, nonostante tutto non riesco a pensare di vivere in un posto diverso; eppure ho poca fiducia in questo paese in cui il miglior passatempo è annullarsi davanti al televisore a guardare i vari Misseri e Parolisi, a sognare guardando "un tronista" che scieglie una corteggiatrice, a seguire un gruppo di ragazzi, definiti "tamarri" che parlando di Piazza della Signoria, mentre erano in viaggio a Firenze, hanno commentato : "bella piazza, piena di uomini nudi..." riferendosi alle statue della Loggia e alla copia del David davanti a Palazzo Vecchio.
Ecco, questo è più o meno il riassunto dell'anno televivo italiano, è quello a cui la maggiornaza degli abitanti del mio paese si interessa, a volte in modo assolutamente malato: vorrei ricordare, che lo scorso autunno, durante le indagini per l'omicidio di Sara Scazzi, molte persone, provenienti da tutto il sud Italia, facevano una sorta di pellegrinaggio verso la casa dell'assassino, senza nemmeno pensare di andare a pregare sulla tomba della povera Sara.
Non mi voglio avventurare in disquisizioni sociologiche a riguardo, non sarei in grado e non mi sembra nemmeno il caso, riporto semplicemente questi avvenimenti perchè, dopo tutto fanno parte del bilancio di quest'anno, anche se, personalmente, ad incuriosirmi di più è l'interesse mediatico che hanno avuto.
Qualcuno potrebbe pensare che, evidentemente, nessun altro caso eclatante accadeva nel nostro paese,e che la gente per distrarsi utilizzasse questi eventi: vorrei ricordare che questo è stato l'anno di numerosi scandali politici, e non mi riferisco solo al nostro Presidente del consiglio che " si trastullava " con le minorenni, ma ad una situazione molto più complessa, sfociata, in Italia, con i referendum del 12 giugno.
Credevo io, e a crederlo erano in molti, che questi referendum potessero avere un significato ben più profondo rispetto alle questioni che ponevano, credevo che quel Si urlato ai quattro quesiti fosse un vero e proprio urlo di indignazione per la direzione che il nostro paese stava prendendo, e, in effetti, è stato sicuramente così, peccato che qualcuno abbia finto che niente sia mai successo, sorvolando sull'accaduto e continuando a fare i propri porci comodi (ogni riferimento non è puramente casuale!).
Pochi giorni prima di questo referendum c'erano state le elzioni per alcuni comuni e province, tra i comuni interessati spiccavano Milano e Napoli: ora che a Napoli abbia vinto De Magistris, rappresentante di un partito di sinistra, potrebbe anche essere piuttosto logico, non solo perchè il governo precedente della città era già di sinistra, ma anche perchè l'altro candidato a sindaco, Lettieri, era in pratica, un prestanome della camorra, e non credo ci fossero molti dubbi su chi avrebbe vinto; il dato importante, a mio parere, è stato Milano, storico forte del Berlusconismo, dove Pisapia ha battuto la Moratti, facendo perdere al Pdl una delle più importanti città italiane.
Anche questo evento, a parte i giorni a ridosso delle elezioni, ha avuto poca eco nelle reti televisive, se non in programmi specializzati, satirici e non e sul web.
A tutto questo è stata preferita la saga di Parolisi, presunto colpevole dell'omicidio di sua moglie.
Altro evento degli ultimi giorni è la strage norvegese, ad opera di un tale Anders Breivik, trentaduenne, che ha sparato e ucciso più di novanta persone ad un raduno di giovani laburisti sull'isola di Utoya, all'inizio si era pensato al terrorismo islamico, e , di sicuro questa pista avrebbe " tranquillizzato ", molti, si sa " gli arabi sono strani "; il fatto invece che a compiere un massacro del genere sia stato un ragazzo, "un occidentale" come tanti ha creato ancora più sgomento e panico, anche se, di sicuro, per le famiglie delle vittime non ha cambiato l'elemento significante: la morte di un proprio caro.
Chiaramente si è fatto subito sentire il cordoglio dei vari Stati, tra cui anche quello dell'Italia: vorrei evidenziare qui due opinioni, che danno i brividi quasi quanto la strage in se per se: Feltri nel suo editoriale si chiede come sia possibile che i 500 giovani presenti sull’isola di Utoya non siano riusciti a fermare la carneficina. Potevano lanciarsi sull’attentatore cosicché “alcuni di sicuro sarebbero stati abbattuti ma non tutti”. Insomma, secondo Feltri, il problema è che ciascuno ha pensato “a salvare se stesso illudendosi di spuntarla”.
L'altra è invece un' affermazione di Borghezio, leghista e parlamentare europeo, che afferma che, dopotutto le idee che hanno ispirato questo gesto sono assolutamente valide, è solo il risultato a non esserlo.
Ho riportato questo evento e queste opinioni di un giornalista e un politico italiano, non perchè rappresentino l'idea del paese, anzi, se mai per evidenziare quanta distanza ci sia al momento tra gli italiani e la nostra classe politica, per evidenziare quanto la solita dicotomia comunisti e fascisti sia ormai obsoleta in questo paese, si tratta tutt'al più di coscienza: alcune persone ne sono completamente sprovviste.
Mi scuso per la mia imprecisione, non sono abituata a parlare di queste cose, la mia è solo un'opinione assolutamente personale e non condivisibile.
Buone ferie a tutti.
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