domenica 25 gennaio 2015

Il male oscuro. Giuseppe Berto.


                                                

Ho scoperto Il male oscuro per caso, sorpresa di non avere mai sentito questo titolo nè il suo autore. Ammetto che ci è voluto un po' per abituarmi alla sua scrittura piena, voluttuosa e con una punteggiatura praticamente inesistente, i pensieri scorrono veloci, le frasi seguono le une alle altre senza interruzione, è come se l'ansia del protagonista la sentissi pure tu,lettore, in quel modo di scrivere incessante, sfrenato, e, a volte, devi proprio sospendere la lettura per prendere fiato, devi ritornare indietro a ripescare un pensiero, un'immagine e poi, subito, proseguire, non fermarti mai.

Il male oscuro racconta la storia di un "mezzo intellettuale di provincia" che dal Veneto si trasferisce a Roma. Lì scrive sceneggiature per il cinema, fino a quando, in seguito, alla morte di suo padre, precipita in una profonda crisi, che inizialmente sembra soprattutto fisica e, invece, nasconde, dietro queste mentite spoglie, una vera e propria nevrosi. Lui cerca di curarla in ogni modo immaginabile, fino a quando approda, finalmente, alla psicanalisi e, pian piano, vengono alla luce, tutte le ombre e i traumi del suo passato e il protagonista comincia il suo viaggio attraverso le sue paure e le sue angosce alla riscoperta di un se stesso nuovo con cui spesso è difficile scendere a patti.

Il romanzo è decisamente autobiografico. Giuseppe Berto ripercorre la sua malattia, la nevrosi che per decenni lo ha angosciato e bloccato nel suo lavoro di scrittura.E' stato questo libro il segno tangibile della sua rinascita; dall'appendice dello stesso autore che si trova alla fine del romanzo, veniamo a sapere che il modo di scrivere concitato, veloce, ininterrotto è stato qualcosa di necessario, lui ha rincorso i pensieri apparentemente senza logica, facendoli seguire l'uno all'altro per associazioni, proprio come si fa durante una seduta di analisi, non poteva smettere, non doveva. E' come se tutto quello che per tanti anni, aveva taciuto non scrivendo, stesse lì sulla punta delle dita, pronto per essere "espulso".

Il male oscuro è un libro che fa sorridere, che fa riflettere e che stordisce, è uno di quei libri, che a me è piovuto addosso quasi per caso, e mi sono rivista proprio lì, senza fiato, a perdermi e ritrovarmi in quelle parole, a scorgere nella sua un pò della mia angoscia, arrivando alla fine di un periodo, lungo molte pagine, con il fiato corto di chi corre per fuggire da qualcosa.