venerdì 17 giugno 2011

Che tu per me sia il coltello. David Grossman.





                                       


"  Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso. "

Franz Kafka.





Yair "riconosce" Myriam in un gruppo di persone. Qualcosa in lei lo colpisce, uno sguardo, un impercettibile gesto delle spalle che si raggomitolano in uno scialle. Lui non la conosce, lei non conosce lui, eppure in quel momento accade qualcosa: Yair sente che davanti a questa donna lui può spogliarsi, può essere se stesso in tutta la sua unicità e grettezza e decide di incominciare con lei un rapporto epistolare, i due non dovranno mai incontrarsi, nè telefonarsi: è aprile e le loro lettere cesseranno quando ritornerà la pioggia, solo allora " la ghigliottina " si abbatterà su di loro.

Un romanzo fatto di parole questo, parole che si rincorrono, scavano, penetrano, che si insinuano nelle pieghe delle pagine, parole che rivelano colpe e dolori profondi, che spogliano, che mostrano la nudità assoluta e totale, senza maschere, senza orpelli che possano abbellirla. Ogni volta che nel libro si descrive un corpo nudo, e succede spesso, si capisce che è l'anima a spogliarsi insieme al corpo in un ultimo atto di resa, in un liberatorio grido d'aiuto.

Nella prima parte ci sono le lettere di Yair,contraddittorie, dolci e passionali, in certi tratti; aggressive e arrabbiate in altri. E' un uomo che scava Yair, un uomo che si racconta spudoratamente, che vive di sensi di colpa e che, attraverso Myriam si confessa, si perdona. Entrambi percorrono, l'uno attraverso l'altro, un cammino di conoscenza e di dolore, che li porterà a confrontarsi, alla fine, con le loro paure più ataviche.

La parte dedicata a Myriam è più breve e più fluida. Anche lei, come Yair, è un fiume in piena, anche lei racconta e spoglia se stessa, si barcamena in qualche modo in mezzo a tutte queste parole, si lascia andare, si abbandona, si ritrae arrabbiata, in attesa della pioggia che desidera e teme allo stesso tempo, il momento del distacco la atterrisce eppure sa che è inevitabile.

Non è solo una storia d'amore questa, anzi non rispecchia per niente i clichè convenzionali di una storia d'amore, è bisogno di essere, di mostrarsi a se stessi, attraverso qualcun altro, senza remore, per come si è realmente, è una corsa incessante alla ricerca dell' essenza perduta, che spesso non siamo in grado di vedere in noi se non attraverso un altro.


mercoledì 8 giugno 2011

Una vita. Angela Barile

Si era accorta di essere incinta quando ormai era troppo tardi. Aveva quarant'anni e davvero non ci pensava più ad un figlio, l'aveva molto desiderato in passato, ma poi lo aveva accantonato e rinchiuso nei cassetti dei sogni che non aveva potuto realizzare.
Una donna ormai quasi alla fine della sua età fertile, sola, perchè dopo tutto lo era, senza un uomo che condividesse con lei nulla se non, occasionalmente, il suo corpo, come poteva una donna così aspettare un figlio, e per giunta non accorgersene per tre mesi? Forse certe cose semplicemente accadono perchè in fondo noi, in qualche modo, le desideriamo, forse lo stress e i dolori di questi ultimi mesi non erano la sola spiegazione a questa sbadataggine, forse una parte profonda di sè lo voleva quel bambino, forse....

Amanda ripensò per un attimo a Luca, a tutte quelle parole e quelle promesse che l'avevano spaventata così tanto, ripensò a quegli occhi pieni di entusiasmo, gli occhi di chi sa sognare ancora, più che le parole, più che le promesse, forse era tutta quella vita che c'era dentro che l'aveva fatta innamorare. Anche lei era così una volta, anche lei era così a vent'anni, poi i giorni, le settimane, i mesi, erano passati e si erano portati via un pò della luce e della magia che aveva dentro, arida si sentiva adesso, o almeno così si era sentita fino a quando aveva conosciuto lui.

Ci si può innamorare di una voce? Dopo tutto all'inizio Luca era solo quello, un'insieme di vocali e consonanti sussurate per telefono, una voce così concreta da essere più presente di tanti corpi che avevano dormito al suo fianco. Una voce all'inizio era tutto quello che aveva, e la desiserava così tanto ancora, era la cosa che più le mancava di lui, il corpo a stento lo ricordava, perso tra le tante cose della sua vita che aveva dovuto cancellare, ma quella voce proprio non riusciva a dimenticarla, all'inizio la assaliva come una vera e propria allucinazione uditiva, nei momenti più impensabili della giornata, ma soprattutto di notte, così forte che le impediva di lavorare, di dormire; poi dopo un pò aveva cominciato ad ascoltarla, non le sfuggiva più.
Una volta Amanda aveva letto da qualche parte che più fuggi dalle cose più esse ti perseguiteranno: ecco, si era semplicemente fermata ad ascoltare.

Non era impazzita come pensava le sarebbe accaduto, aveva sofferto questo si, ma continuava a sentirsi viva come se avesse ancora lui al suo fianco, del bambino ancora non sapeva nulla, eppure forse quella pace, quella vita avrebbe dovuto insospettirla, invece no, per un pò di tempo ancora aveva voluto illudersi di essere sempre la stessa fino a quella mattina quando, guardando il calendario, si era improvvisamente accorta di non avere il ciclo da mesi, in quello stesso istante si era portata le mani al ventre, era corsa davanti allo specchio e aveva cominciato a piangere.

Ad un certo punto Luca aveva smesso di essere solo una voce, anche se per lei in fondo lo sarebbe stato per sempre. Si erano incontrati e lei, per la prima volta, non l'aveva più visto come un ragazzino, all'improvviso le era sembrato un uomo, il suo uomo, come nessuno le era sembrato mai; avevano passato insieme una settimana intera, avevano fatto l'amore mangiato riso bevuto parlato, quanto avevano parlato! Quella voce, quel corpo, erano stati una cosa sola in quella settimana e l'avevano invasa consolata compresa coccolata, non si era mai sentita così Amanda, non era mai stata così completa prima.
In quei giorni non era possibile capire quale fosse l'inizio e la fine di un corpo, quale mente fosse la sua e quale quella di lui, non c'era separazione, non esisteva nient'altro se non loro due insieme.

Come non ci si può confondere davanti a tutto questo? Come non si può avere paura?
Amanda sapeva che non era quello che sembrava, e non per l'enorme differenza d'età, non per la lontananza, ma perchè qualcosa dentro di lei le diceva che non era possibile, che doveva stare in guardia, ma lei era troppo soggiogata da questa passione per resisterle, per opporsi, aveva lasciato che scivolasse dentro di sè, che si insinuasse ancora tra le cellule del suo corpo, come linfa l'aveva lasciata germogliare, e quando il primo campanello d'allarme aveva cominciato a suonare, ormai era troppo tardi, lei era già mescolata a lui, irrimediabilmente.

Poi Luca era ripartito, ed ecco di nuovo quella voce a farle compagnia attraverso il filo di un telefono: mi manchi ti voglio rivediamoci toccami baciami. Gli incontri erano sempre più frequenti, i treni li univano e separavano veloci su quei binari che tagliavano in due l' Italia e che tagliavano in due un pò di loro.
Non aveva mai sentito in quei mesi la propria individualità, nè quella di lui, si erano mescolati, e anche quando erano separati lei continuava a sentirlo in ogni parte del suo corpo: allora aveva pensato che quello fosse l'amore.

Ma serve sempre il dolore per capire, gli esseri umani capiscono solo soffrendo,e dando a quel dolore un senso.
Quando Luca aveva cominciato a distaccarsi, quando gli incontri tra i due erano stati sempre meno frequenti e le telefonate sempre più brevi e fredde, per Amanda era già troppo tardi, questa volta non solo non aveva avuto la forza di preservarsi dal dolore, ma aveva messo così tanto di se stessa in questa storia e preso così tanto da lui  che la possibilità di non soffrire non era nemmeno contemplata, anzi, era l'unica strada possibile.

L'ultima notte che avevano passato insieme era stata un grido disperato, un terremoto vero e prorio, l'illusione che potesse non essere l'ultima non l'aveva nemmeno sfiorata, ogni gesto, ogni odore, ogni battito di ciglia, era fotografato nel " per sempre " eppure non sarebbe stato più. Amanda ne era consapevole, Luca no: a vent'anni non riesci a pensare alle ultime volte, tutto si vive nel momento in cui accade, il futuro è un'alveare pieno di possibilità, la vita è troppo lunga per pensare che una cosa non succederà mai più.

Ed ora eccola Amanda con tutto quel futuro dentro, eccola la donna disillusa con il suo sogno in grembo, non riusciva a smettere di guardarsi la pancia, non riusciva a smettere di accarezzarla, dentro di lei c'era tutto quello che aveva sempre desiderato, c'era la vita che scalpitava e che per troppo tempo lei aveva soffocato, quello che sarebbe stato non aveva importanza, quello che era stato finalmente aveva un senso: tutte le lacrime, le lunghe attese, gli uomini sbagliati, tutto l'aveva portata lì davanti a quello specchio con quello che forse all'inizio non era un grande amore, ma che lo era diventato nel preciso istante in cui lei lo aveva riconosciuto.