martedì 4 febbraio 2014

Le lacrime di Nietzsche. Irvin. D. Yalom.

Siamo a Vienna nel 1882. Un rinomato medico dell'epoca, Josef Breuer, si ritrova ad acconsentire alla strana richiesta di Lou Salomè, donna molto affascinante e di  particolare carisma, lei sostiene che un suo carissimi amico, " un certo Friederick Nietzsche" necessiti di urgenti cure a causa di un malessere debilitante che lo colpisce sia nel corpo che nell'anima: forti emicranie, parziale cecità e manie suicide, secondo la donna, la filosofia tedesca è a repentaglio, perchè quest'uomo è, secondo lei, la grande promessa del futuro.
Sarà molto difficile convincere Nietzsche ad acconsentire alla cura, e il dottor Breuer alla fine ci riuscirà solo con una serie di articolati stratagemmi.
Ma Josef Breueer non è un medico come tutti gli altri, è un importante scienziato e, soprattutto il precursore e maestro di Sigmund Freud, a lui si deve il merito di avere applicato un'ancora embrionale metodo psicoanalitico a una sua paziente, Bertha Pappenheim, per curare la sua isteria. E' questa cura che Lou Salomè vuole che venga applicata al suo amico, convinta che i disturbi fisici di Nietzsche siano correlati anche alla sua sfera psicologica ed emotiva.

Il resto della trama è particolarmente complesso e, delinearla brevemente sarebbe un pò come sminuire questo romanzo, che io ho trovato enormemente profondo e interessante. L'autore, oltre ad essere un notevole scrittore, è anche un famoso psichiatra,e, in queste pagine, oltre ad un indiscusso talento, è, evidentemente presente una competenza precisa e dettagliata, non solo per quanto riguarda la vita dei suoi protagonisti, realmente esistiti e, del resto notissimi, ma anche per l'analisi attenta e pertinente dell'animo umano, prendendo come punto di partenza un uomo decisamente eccezionale come Nietzsche.

Interessante è il rapporto tra medico e paziente, che piano piano si inverte, ad un certo punto non si capisce bene chi dei due curi l'altro: attraverso questa terapia vengono fuori tutte le debolezze e i dubbi esistenziali di Breuer, ossessionato dalla sua paziente Bertha, con una crisi matrimoniale in atto e con molte incertezze sul suo ruolo di medico, di marito e di padre. Man mano che andiamo avanti nella lettura ci rendiamo conto che paziente e medico non sono poi così diversi,e, questa volta sarà la filosofia di Nietzsche a soccorrere Breuer, e le scoperte personali di uno, questo venirsi incontro in una relazione profonda e esaltante, rappresenteranno una chiave di svolta anche nella vita del filosofo.

Tante cose mi hanno colpita in questo libro, bellissimi sono i dialoghi serrati tra Breuer e Nietzsche, interessante questo mescolarsi continuo tra realtà e fantasia. L'autore, alla fine del romanzo, ci tiene a precisare, che i due non si sono mai incontrati, eppure ogni dettaglio è tanto pertinente da ritenere naturale immaginare che possa essere accaduto. 

Ci sono dei libri che ci scelgono in particolari momenti della nostra vita, arrivano a noi solo quando siamo in grado di poterli leggere, non avviene spesso, ma per fortuna, a volte, accade. A me è successo così con questo romanzo, l'avevo visto già altre volte in libreria, mi era capitato di accarezzarne la copertina, sfogliarne le pagine, sentirne l'odore, ma solo adesso ho avvertito la necessità di comprarlo e, fidatevi, come tante altre cose nella vita, non è stato un caso!