giovedì 5 settembre 2013

Resti di me. Angela Barile.






       


Eccomi qua, mentre provo a mettere insieme due parole sul mio tempo, sulla personalissima successione che dò agli eventi, sul modo in cui li seleziono e scelgo quali portare via con me e quali, invece, lasciare lungo la strada. Questi mesi sono stati veloci e carichi, non sempre il tempo è così, a volte pesa, sembra quasi che non passi, altre è leggero, hai come la sensazione di non essere riuscita a catturare tutto, di esserti persa qualcosa.
Eppure quello che è importante resta.

 Resta questa città che rincorro da sempre e che, ora è mia, mia perchè la posso guardare tutte le mattine al risveglio, mia, anche quando, mentre porto curricula in giro, mi fa l'occhiolino con un tramonto, lei è lì vera, e, il tempo non la cancella, non è una di quelle cose che può passare.

Resta tutta la fatica, tutti i mesi passati a chiedermi perchè...e restano le risposte che mi sono data che non valgono per tutti, ma che valgono per me.

Resta quello che ho visto dalla cima di una montagna a 1800 metri di altezza: la distesa sconfinata di questo mondo visto dall'alto e il cielo che quasi sembrava di starci dentro, ma forse ancora di più resta la salita, un passo dopo l'altro, con la paura, che ogni tanto faceva capolino, di non riuscire a farcela.

Resta qualcuno, resta anche se non c'è più, sei tu che decidi se farlo restare.
 Succede, a volte, che chi scompare resta di più.

Non resta, invece, la me di prima. A volte mi sembra vederla riaffiorare, ma è solo una specie di sogno, quando allungo le mani per sfiorarla lei scompare.

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