giovedì 4 novembre 2010

Caos calmo. Sandro Veronesi.

Pietro è un uomo realizzato nel suo lavoro con una bella moglie e una figlia di dieci anni.
Tutto il suo mondo sembra, però, crollare, quando, in un giorno d'estate, mentre lui salva una donna in mare, sua moglie muore a casa colta da un'aneurisma.
E' qui che comincia il caos calmo di questa storia, è da qui che Pietro riparte in un modo assolutamente spiazzante e inconsueto. Lui e sua figlia reagiscono a questo dolore senza mostrare la disperazione normalissima per un caso come questo, al caos che vaga dentro di loro entrambi reagiscono con calma sorprendente.
Pietro decide per un periodo di non andare più a lavorare e comincia ad aspettare sua figlia davanti alla sua scuola, rimane lì tutto il tempo che sua figlia è in classe, dapprima chiuso in macchina, poi seduto su una panchina nel parco di fronte.

Ed ecco che la sua posizione, sia fisica che mentale, diventa un vero e proprio crocevia di persone e di storie, da questo nuovo punto di vista Pietro, scopre la parte oscura degli altri. Ognuno, familiari, colleghi,sfoga su di lui, che dovrebbe soffrire e non soffre, il proprio dolore, le proprie meschinità, ed è da qui che il nostro protagonista parte, da un nuovo modo di vedere le cose, e , forse, ci fa riflettere Sandro Veronesi, che la disperazione e la frenesia della nostra società siano solo un modo per non affrontare le cose veramente importanti? A volte basta solo un nuovo punto di vista per uscire da situazioni dolorose: e così Pietro, seduto davanti a quella scuola, con lo sguardo rivolto alla finestra dell'aula di sua figlia, riesce a vedere quello che prima non vedeva, segue il normale corso degli eventi, da solo contiene tutte le storie che gli vengono raccontate, tutti i destini di quella gente, che davanti alla sua apparente calma, sputa su di lui tutto il proprio dolore, tutta la propria rabbia.

Sandro Veronesi, con questo romanzo, ha vinto il premio strega nel 2006, nel 2008 è uscito anche il film ad esso ispirato, film che, peraltro, segue abbastanza fedelmente la storia, con un Nanni Moretti che, secondo me, interpreta Pietro in un modo sublime.

Con questo storia, che parte da una tragedia, da una morte inspiegabile, l'autore ci mostra un nuovo modo di affrontare il dolore senza cadere in facili sentimentalismi, con pagine commoventi e ironiche, con occhi sempre nuovi e capaci di sorprendersi davanti al sorriso di un bambino down oppure davanti allo sguardo seducente della ragazza che passeggia col cane, dandosi la possibilità di fermarsi a conoscere veramente le persone, di accettare inviti da sconosciuti rallentando una volta tanto la giostra vorticosa e altalenante che è la nostra vita.

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