mercoledì 17 novembre 2010

XY. Sandro Veronesi.

Non so perchè, leggendo questo libro, mi è tornato alla mente il romanzo di Gramellini, " L'ultima riga delle favole ", e, in particolare, alcune parole dello stesso scrittore " Ci sono tanti libri che raccontano il male...e sanno raccontarlo bene...io ho provato a scrivere un romanzo che parli del bene...".

Ecco, quando io ho letto "XY", ho pensato a queste parole, ai tanti romanzi che raccontano bene del male, e il libro di Veronesi appartiene certamente a questa schiera. Eppure la catalogazione non può essere così banale, perchè questa non è per niente una storia banale e scontata, anzi, credo non mi sia mai capitato di leggere qualcosa del genere.

All'inizio XY assomiglia ad un giallo: le caratteristiche ci sono tutte, Un piccolo paesino sperduto sulle montagne del Trentino, dove una mattina muoiono ben 11 persone, in modo assolutamente inspiegabile e illogico. Ma non è sulla soluzione dei delitti che si impernia il romanzo, quanto sugli effetti deleteri che questa atrocità ha sugli abitanti del piccolo borgo, su come il male possa trasformare completamente la vita delle persone, in un paesino, come quello di San Giuda, dove non arriva neanche la televisione, tanto meno internet; un paese, che fino al momento dei delitti, se di delitti si può parlare, si gestiva in maniera completamente autonoma, praticamente staccato dal resto del mondo.

L'unico a conservare un barlume di lucidità, in tutta questa storia, è il parroco del villaggio, Don Ermete. E' lui che, ad un certo punto, chiede aiuto ad una psicologa, l'altra protagonista del romanzo, Giovanna: entrambi diventano i veri e propri detective di questa strage, coloro che si oppongono con assoluta decisione a quello che l'autorità vuole far passare come un' improbabile atto terroristico.
Ma, man mano che il romanzo va avanti, ci rendiamo conto non solo che una spiegazione ragionevole e logica a questi omicidi non c'è, ma che oltretutto non è importante conoscerla, la cosa fondamentale è imparare a reagire, andare avanti.

Ecco così che, tra improbabili spiegazioni, il romanzo non è più tanto la ricerca dei colpevoli della strage, quanto la scoperta e la rinascita dei due protagonisti, che si mettono a nudo, che mostrano e accettano la parte oscura di se stessi, così come devono necessariamente accettare ed accogliere il male nato da tutta questa storia, perchè non è negando la malvagità che l'essere umano potrà risorgere, ma soltando affrontandola e riuscendo a sopravvivere senza traumi e rimorsi.

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