martedì 29 marzo 2011

Un posto in cui tornare. Angela Barile.

"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti". C.P.
Quando ero piccola per arrivare a Volturara ci si doveva inerpicare per una strada di montagna piena di curve e dossi, mia madre se ne lamentava sempre, diceva che le faceva male lo stomaco a farla, per me quella strada, invece, era una specie di via verso il paradiso.
Ai miei occhi di bambina quei prati verdi circondati da montagne erano quanto più si potesse avvicinare all'idea che avevo del " cielo ", potevo giocare per strada insieme agli altri bambini, arrampicarmi sugli alberi per raccogliere le ciliegie, esplorare in bici le campagne e camminare lungo le vie senza tenere la mano a nessuno.

Nonostante a Volturara non ci avessi mai vissuto, era quello il mio paese, era quella che sentivo casa mia; a distanza di anni, dopo molti posti e tante città cambiate, girare quella curva, costeggiare "la spineta", e attraversare la piccola strada principale, é per me motivo di gioia infinita, consapevole che nel mio cuore nessun posto sarà mai più bello di quello.

Ultimamente mi accade spesso di pensarci, di pensare al verde oliva delle sue montagne, a quel cielo blu macchiato dal bianco delle nuvole, al lago che appare e scompare durante le stagioni dell'anno; la nostalgia di quel piccolo paesino è una costante nella mia vita, ogni volta che sento il bisogno di casa mi arriva alle narici quell'odore acre di terra e fumo di camino, rivedo le vecchiette con il fazzoletto nero in testa che ti guardano curiose e ti salutano perchè, anche se non hanno la più pallida idea di chi tu sia, dopotutto sei lì, per quelle strade, e sicuramente sarai figlia o nipote di qualcuno che loro conoscono; e poi ci sono i suoni, i suoni delle voci che si rincorrono, delle mucche e delle pecore che d'estate pascolano nei prati, le voci dei bambini che giocano e urlano...quanto urlano!
 E poi quella sensazione di paralisi del tempo, come se certe cose lì dovessero rimanere uguali nei secoli dei secoli, la sicurezza che anche se la tua vita è un'altalena di gente e di posti, ogni volta che potrai, ogni volta che vorrai, ci sarà sempre un posto da raggiungere, un posto ai piedi di un castello diroccato che ti aspetta, qualcosa, qualcuno da cui poter tornare quando ti sembra che la tua vita corra troppo veloce.

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