martedì 29 marzo 2011

Di sole e di pioggia. Angela Barile.

"...poi non è che la vita vada come tu te la immagini.
Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada.
Così...Io non è che volevo essere felice, questo no.
Volevo...Salvarmi, ecco: salvarmi.
Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri.
Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti.
No. Sono i desideri che salvano.
Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai.
Però troppo tardi l'ho capito.
Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male.
E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti, più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci.
Non se ne esce.
Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare.
Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare..."

Oceano mare ( Alessandro Baricco)




Ti guardo dormire in questa notte che sembra non finire mai, hai la faccia tranquilla di un bambino che sta sognando, quanti mondi diversi ci sono tra me e te!
Guardo le tue labbra un pò dischiuse, le tue palpebre chiuse e immobili...
La mia è una notte di paura e di rabbia: paura per quello che succederà, rabbia perchè non riesco a viverti per quello che sei, un attimo intenso e inaspettato, un momento solo mio e tuo.

Ti copri parzialmente il viso con un lembo del cuscino, arricci le labbra in una smorfia rilassata, sei così vicino a me stanotte eppure ti sento lontano, molto più lontano di quando sei stato lontano per davvero, o forse, molto probabilmente, sono io a non esserci, tu sei con me e penso a quando non ci sarai più, che cosa sciocca sa essere a volte la mente umana!

Ti ho desiderato tanto nei nostri giorni e nelle nostre notti lontane, a volte mi mancava il fiato al sol pensiero del tuo corpo che si muoveva da qualche parte, improvvisamente ti sentivo accanto come se davvero ci fossi, ed ora che siamo insieme in questa città piovosa, ora che tu sei qui accanto a me, con il tuo respiro che si confonde col mio, in questa notte disperata, ora è più forte la paura del desiderio.

Fuori piove, il rumore della pioggia interrompe questa notte silenziosa, tu allunghi una mano e io avrei voglia di accarezzarla, ma mi trattengo, non voglio svegliarti, voglio che questa notte non finisca mai.
 Ridevi sempre di me quando ti dicevo - ti prego non farmi addormentare- non mi capivi...e come avresti potuto?
Ho vissuto ogni attimo che passavamo insieme con la paura che un altro non ce ne sarebbe stato, ogni momento di non coscienza per me era un momento sprecato, un momento che toglievamo a quello che forse poteva essere l'ultimo.

Ed ora eccoti accanto a me, fuori credo cominci già ad albeggiare, ha smesso di piovere, un raggio di sole filtra dalle persiane e illumina leggermente la stanza, tu ti muovi ancora addormentato, e proprio in quel momento mi tornano alla mente alcune frasi di un libro che ho letto un pò di tempo fa:

" Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in modo strano, inesorabile, e tu ti accorgi, che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti, più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli, più ti ferisci. "

Queste parole mi svegliano da una notte di non sonno, mi risuonano nella mente come se una parte dentro di me avesse risposto a tutte le domande di queste ultime settimane, eccole che si insinuano nelle cellule del mio corpo pian piano come un orgasmo lungo e leggero, alleggeriscono i piedi, le gambe, i fianchi, lo stomaco, fino a d arrivare al cuore, fino a sentire che tutto è più leggero, che fuori ora c'è il sole.

MI avvicino lentamente a te, e ti sveglio.

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