giovedì 7 ottobre 2010

La solitudine dei numeri primi. Paolo Giordano

La mia storia personale con questo libro comincia con un colpo di fulmine mentre mi aggiro svogliata, in attesa di un treno, tra gli scaffali di una libreria. Spesso le lunghe attese nelle stazioni danno inizio a grandi amori e, quel titolo, che fa capolino in mezzo ad altri testi, sembra adocchiarmi, mentre io adocchio lui,
non leggo la trama, a stento faccio caso al nome dell'autore. Quel libro deve essere mio! Forse perchè dentro ci sentiamo un pò tutti numeri primi, forse perchè i grafici della copertina hanno fatto un buon lavoro, me lo sono chiesta più volte, ma ai grandi amori  non si può dare una spiegazione.
E' cominciata così la nostra avventura, una lettura nervosa e commossa da lasciare senza fiato, con una scrittura che man mano che il libro andava avanti diventava più perfetta e complessa, con Alice e Mattia, che segnati, nella loro infanzia, da due eventi traumatici, crescono, si incontrano e forse mai si innamorano veramente. Non si innamorano, perchè non sanno amare, ad entrambi aspetta un destino di solitudine. Sono, i due protagonisti, come dei numeri primi gemelli, numeri divisibili solo per uno e per se stessi, separati da un solo altro numero, così simili, ma mai abbastanza da toccarsi veramente.
Ed eccoli Alice e Mattia, che tra le pagine del libro si cercano e si respingono continuamente, attratti inevitabilmente dalle loro sofferenze, dalla loro indivisibilità. Eccoli, lui con le sue cicatrici, lei con quel corpo troppo magro e pesante da sopportare e, intorno a loro,come sottofondo decisamente inquietante, l'indifferenza di tutti quelli che non vogliono vedere, dei genitori dei due ragazzi, che ignorano il problema, dei mariti,dei fidanzati,degli amanti che fanno finta di non capire,perchè a volte "vedere" è imbarazzante, doloroso, o forse perchè il destino di due numeri primi gemelli è vivere in solitudine nel limbo delle loro indivisibilità.

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