mercoledì 6 ottobre 2010

Molto forte, incredibilmente vicino. Jonathan Safran Foer

In una New-York che cerca di andare avanti a fatica, dopo l'11 settembre, si dipana la storia di un bambino di nove anni, Oskar.
Oskar è un bambino molto sensibile e con un' intelligenza notevole, ma, soprattutto vive un grande dolore: ha perso suo padre nell'attacco alle torri. La sua vita, dopo allora, è un continuo ritorno a quel giorno, alla sera prima, ai messaggi in segreteria che quella mattina il padre aveva lasciato e a tutte le storie che Oskar ha creato sulla sua morte, sui suoi ultimi istanti di vita. Poi, un giorno, in un ripostiglio, ecco apparire, quasi magicamente una busta che contiene una chiave, sul retro della busta c'è scritto "Black". Quale serratura aprirà questa chiave? Chi è Black?
Da questo momento ha inizio l' avventura di Oskar alla ricerca di tutti i Black che vivono in città sperando di scoprire qualcosa in più di suo padre. Questo è un percorso soltanto suo, fatto di incontri, di bugie, di delusioni, quello che Oskar troverà alla fine sarà la forza e la bellezza di andare avanti, di ricominciare, l'accettazione di un dolore inspiegabile, di una tragedia che fa fatica a capire dall'alto dei suoi nove anni.
Questo libro è la testimonianza di come si possa scrivere dopo l'11 settembre senza essere dissacranti o patetici, Foer ci fa sorridere, piangere, ma soprattutto riflettere con una scrittura diretta, tagliente con richiami ad altre guerre, ad altri dolori per scoprire poi che il sapore di queste morti è sempre uguale.  

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